Apparso a puntate a partire dal primo numero del «Secolo XX» (giugno 1902), la rivista popolare lanciata dall’editore Treves, e successivamente in volume nel 1904, questo racconto, che rientra nell’attività dell’autore dedicata alla letteratura per la gioventù, a pieno titolo si colloca nel filone della proto-fantascienza italiana.

Questo sorprendente romanzo contiene temi che già allora contavano precedenti illustri: da Verne a Rider Haggard a Bulwer-Lytton – per citare i più noti – la vicenda della discesa in misteriosi mondi sotterranei era stata esplorata; ma questo non toglie a Komokokis una sua originalità e vitalità.

La redazione del «Secolo XX» nella presentazione del romanzo accenna a questo come tentativo italiano di ripercorrere le orme tracciate da Verne in Francia e da H.G. Wells in Inghilterra.

Non manca infatti Roggero di ricorrere alla sua esperienza di divulgatore per fornire la spiegazione “scientifica” della luminosità del mondo sotterraneo. E si riferisce niente meno che alle teorie vitalistiche del grande chimico e naturalistaKarl Ludwig von Reichenbach e alla sua forza Odica (luce di Od).

L’io narrante è un giovane che incontra a Parigi l’amico Edoardo Carot, al quale l’eccentrico zio ha lasciato in eredità il castello di Saint Malin situato in un’impervia località alpina. L’ultimo abitatore del castello, uno stravagante ed enigmatico vecchio, è misteriosamente scomparso. All’interno del castello si trova un pozzo del quale non è possibile stabilire e neppure immaginare la profondità. I due amici decidono di calarsi e di esplorare il pozzo, ma un imprevisto distrugge le funi che avrebbero dovuto consentire, oltre alla discesa, la risalita. Precipitano rimanendo incolumi e scoprono Komokokis, il pacifico mondo sotterraneo, nel quale sono introdotti da Kalika, il vecchio ultimo abitatore del castello che aveva seguito la stessa via dei due giovani.

I vegetariani abitatori di Komokokis conducono una vita pacifica e lunghissima e mantengono aspetto giovanile anche ultracentenari. Da ogni matrimonio nasce un solo figlio ed a tutti è preclusa la via verso il mondo esterno, «via del male e delle tenebre», dove troverebbero morte certa.

L’accoglienza in Komokokis dei due è subordinata al silenzio circa la loro provenienza.

Il narratore si innamora però della dolce Kamelia, ma le severe leggi del posto non consentono il loro matrimonio. Decidono quindi di fuggire assieme a Carot e riguadagnare la superficie terrestre e la luce del sole che sarà però fatale a Kamelia. “La vedi dunque, povero amico?… Ella si dissolve nella luce!… Il vecchio Kalika l’avea detto! Il sole l’ha uccisa, povero fiore degli abissi che la nostra Vita dovea disciogliere e far isvanire!”.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Ero a Parigi sul finire di una calda giornata di luglio, in mezzo alla folla cosmopolita ed eminentemente estiva dei Campi Elisi, osservando sbadatamente la fiumana animata che venendo su da Piazza della Concordia s’ingorgava, per così dire, sotto l’arco della Stella per poi diramarsi e turbinare, sparpagliandosi verso il bosco di Boulogne, per ingurgitarsi nei centomila cafés-chantants, le cui variopinte fiammelle cominciavano a scintillar tra le fronde degli alberi. Ad un tratto mi arrestai di botto, davanti ad un giovane barbuto, dalla mise bianchissima, che facea veramente sognare (con quel caldo!) un bel fiocco di neve, dalla punta del cappello ai piedi.
— Toh! sei tu?
— Sono io. E tu?…
— E anch’io…. sono proprio io!
Queste furon le prime spontanee esclamazioni sfuggite dalla bocca mia e da quella del bruno e candido-vestito giovanotto che – come io aveva fatto davanti a lui – si era arrestato di botto vedendomi.
Dopo siffatto riconoscimento non ci rimaneva che gettarci reciprocamente l’un nelle braccia dell’altro, il che facemmo di tutto cuore.
— Dunque tu sei proprio il mio buon camerata Edoardo Carot?…
— In carne ed ossa, – gridò allegramente il mio amico, – e per soprappiù dottore, e sul serio, questa volta….

Scarica gratis: Komokokis di Egisto Roggero.