È il seguito di Dalla Terra alla Luna. Poco dopo la partenza il proiettile viene deviato per essere quasi venuto a contatto con un bolide. Tra discussioni scientifiche e momenti di conviviale serenità alternati ad altri di viva preoccupazione, la navicella con i tre protagonisti vola vicinissimo alla luna, permettendo di osservarla nei dettagli ma senza poter allunare; accendendo i razzi, che avrebbero dovuto servire all’allunaggio, nel momento in cui la navicella è quasi ferma prima di decidere della sua futura traiettoria, l’equipaggio riesce invece a dirigersi nuovamente verso la terra fino a cadere nell’Oceano Pacifico.
Qui gli astronauti vengono salvati da una nave, dove la loro impresa è festeggiata da scienziati e altri membri del Guns-club. Pronti comunque, da buoni americani, a trasformare l’ardimentosa impresa in un grosso “business”.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Nel corso dell’anno 186…, il mondo intiero fu singolarmente commosso da un tentativo scientifico senza precedenti negli annali della scienza. I membri del Gun-Club, circolo di artiglieri fondato a Baltimora dopo la guerra d’America, aveva avuto l’idea di mettersi in comunicazione con la Luna, – sì, con la Luna, – lanciandole una palla di cannone. Il loro presidente Barbicane, promotore dell’intrapresa, avendo consultato a tal uopo gli astronomi dell’Osservatorio di Cambridge, prese tutti i provvedimenti necessarî al buon esito di quella straordinaria impresa, dichiarata realizzabile dalla maggioranza delle persone competenti. Dopo aver promosso una sottoscrizione pubblica, che fruttò circa trenta milioni di franchi, egli incominciò i suoi giganteschi lavori.
Secondo la memoria redatta dai membri dell’Osservatorio, il cannone destinato a lanciare il projettile doveva essere collocato in un paese situato tra 0 e 28 gradi di latitudine nord o sud, affine di mirare la Luna allo zenit. La palla doveva essere animata di una velocità iniziale di dodicimila jarde1 per minuto secondo. Lanciato il 1º dicembre, alle undici meno tredici minuti e venti secondi di sera, essa doveva incontrare la Luna quattro giorni dopo la sua partenza, il 5 dicembre, a mezzanotte in punto, nell’istante stesso ch’essa si troverebbe nel suo perigeo, cioè alla sua distanza più prossima alla Terra, ossia esattamente ad ottantaseimila quattrocentodieci leghe.
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