Il libro, digitalizzato a partire dalla prima edizione del 1889, è stato dall’Autrice dedicato al marito, il professor Gentile, da lei sposato circa vent’anni prima. Fa parte quindi della produzione iniziale della sua carriera letteraria, prevalentemente composta da scritti educativi destinati ai fanciulli e, come in questo caso, alle giovinette che stanno compiendo i propri studi.

Sono gli anni in cui è evidente in molti letterati italiani l’intento di educare la gioventù italiana nei sani valori (Dio, Patria, Famiglia) dell’Italia umbertina, anni in cui si pubblica il più celebre romanzo per la gioventù, Cuore di De Amicis (1886). La Vertua declina le stesse aspirazioni per il pubblico femminile, come possiamo leggere in questa esortazione, che un insegnante rivolge alle sue allieve:

Siete fanciulle e vi preparate a divenire donne e madri italiane. Non dovete ignorare le glorie e le sventure della nostra madre comune. Conoscendole e meditandole, dovete formarvi nell’animo un profondo e sincero sentimento e un forte amore della patria libera; cosicchè, i figli vostri, non ritardino ad apprendere da altro labbro questo dolce nome, ma con le prime parole, con i primi teneri sorrisi, lo imparino fino dalla tenera infanzia, da voi, sulle vostre ginocchia.

Le protagoniste, un gruppo di giovanette che studiano in collegio, e in particolare l’orfanella Paolina, forniscono lo spunto per narrare diversi episodi di vita in collegio, dove le fanciulle si confrontano fra di loro e con le insegnanti, in quadri generalmente riusciti e vivaci (si pensi ad esempio alla richiesta di Paolina di poter uscire a fare la ricreazione all’aperto, subito dopo una nevicata, ed alle reazioni delle ragazzine più “smorfiosette” che si rifiutano di uscire).

Ma una parte non trascurabile del libro è occupata da incitamenti moraleggianti, quali quello da cui è tratta la citazione sopra riportata, in cui la parte pedagogica sopraffà assolutamente la narrazione. In questo contesto assolutamente conformista, si può restare sorpresi leggendo le considerazioni sul “coraggio”, virtù che la scrittrice considera femminile forse anche più che maschile, e mette in bocca delle insegnanti incitamenti alle fanciulle a non considerarsi inferiori ai maschi, perchè le donne un tempo lo erano, ma ormai sono alla pari degli uomini, o quasi.

Sinossi a cura di Gabriella Dodero

Dall’incipit del libro:

Il cambiamento era stato rapido; troppo brusco. Paolina se ne sentiva colpita nel cuore. Di punto in bianco, tolta alla dolce vita di famiglia, al morbido nido della vecchia casa, tutta fiorita di sorrisi e di simpatia, per essere trasportata fra gente strania. Dalla sua bella casina, dalla raccolta sua cameretta adorna di ritratti e di ninnoli, tutti cari, che animavano quell’aria tranquilla d’una mesta dolcezza di ricordi e di affetti, vedersi trabalzata in quel palazzone, in quelle stanze spaziose, dove la voce e i passi rispondevano sonori, dove le pareti dalla monotona scialbatura e le figure dei grandi quadri e i mobili di vecchia foggia, sembravano guardare freddi ed arcigni!…
Fu per Paolina un gran dolore. Si sentiva smarrita: il mondo tutto le si era cambiato intorno. Era essa ancora la fanciulla, che serena e vispa, correva cantando dalla sua cameretta al giardino, e nel giardino svolazzava libera come una farfalla? Era ancora la fanciulla che a sera sedeva sul predellino ad ascoltare i racconti del nonno, ad imparare un poco di lavoro dalla vecchia Marta?…
Ottimo nonno, buona Marta, che a lei, orfanella, dai primi anni, avevano dato tante affettuose, tenere cure. O dove si ritrovava essa ora?.. dov’era il giardino?… dove il domestico focolare con il fedele cane barbone e il gatto bianco come la neve?… dove la tenerezza della famiglia?…
Più nulla. Stanze grandi, grandi panche e tavoloni, libri e lavagne, visi nuovi, lunghi silenzi, interrotti da voci di comando.
La povera fanciulla si muoveva nella nuova dimora come trasognata.

Scarica gratis: In collegio di Anna Vertua Gentile.