C’ è un territorio dove i diversi luoghi del sapere si danno appuntamento e siglano quel patto dell’interdisciplinarietà, terreno fertile per il confronto fra differenti punti di vista, diverse prospettive, materie variegate e ricche. Quando poi sono la filosofia e la psicologia a dialogare il percorso diviene affascinante laddove la mente si apre, si arricchisce e svela i sentieri nascosti della sfera celebrale. Oggi analizziamo i minimi comun denominatori, le differenze e le specificità dell’approccio filosofico e dell’approfondimento psicologico attraverso il pensiero di Umberto Galimberti. Soffermarsi sul suo curriculum sarebbe quasi riduttivo, dilungarsi sulla sua biografia un elemento interessante, ma tanto vasto da non poter sintetizzare in un articolo l’importanza, l’imponenza e la potenza del suo pensiero. Egli affronta i grandi snodi della cultura contemporanea partendo dalle radici che sono quelle relative alla storia della civiltà greca e quelle inerenti la civiltà giudaico cristiana, tanto antiche quanto attuali. Secondo lo psicofilosofo bisogna essere in grado di valutare e valorizzare la portata di quei principi, trasponendoli nel mondo contemporaneo, individuando un giusto compromesso fra la contestualizzazione alla modernità edil richiamo agli antichi valori. Oggi per Galimberti i salotti dei benpensanti sono occupati dall’ospite inquietante, quel nichilismo di ritorno con cui dobbiamo confrontarci e contro il quale combattere per restituire a noi stessi e all’umanità uno stile di vita più dignitoso, più ragionato e più ancorato ad una realtà che sia il risultato di un armonico equilibrio fra pensiero e realtà, fra teoria e pratica, fra riflessione e l’esperienza concreta. Una delle cause che stanno più a cuore al filopsicologo è la ricostruzione di un senso, da adeguare ed adattare ad un mondo, che nel bene e nel male, è cambiato profondamente.
Galimberti nasce a Monza il 2 maggio 1942, effettua gli studi classici e si laurea in Filosofia all’Università Cattolica di Milano. Nel 1976 diventa professore di Storia e Filosofia al liceo; il viatico da lui sperato e realizzato lo conduce alla carriera di docenza a livello universitario. Quando gli interessi crescono e la curiosità si nutre di cultura, letture e fotografie di vita reale, con gli occhi, i pensieri, la mente ed il cuore si aprono nuovi scenari tanto affascinanti da farci capire che una disciplina ci può avvicinare ad un’altra, e dal dialogo fra studi saremo addirittura in grado di individuare elementi comuni, punti di contatto, ma anche differenti modalità di lettura della vita. Lo studioso di Monza è stato in grado di passare dalla filosofia alla psicoanalisi dopo aver conosciuto altri professori e colleghi che avevano invece realizzato il passaggio inverso. Affascinato dal pianeta dei pensieri, dal gioco delle emozioni e dall’analisi del mondo a tutto tondo ha deciso di conciliare il settore scientifico con l’interesse umanistico, donandoci così una visione completa che pone molti interrogativi, tante ipotesi, ed evidenzia soprattutto la meraviglia dell’uomo di fronte a sé stesso, alla natura, e al mondo che lo circonda. Ogni filosofia è una visione del mondo e la radice di ogni visione del mondo è la psicologia del filosofo, questo è il suo dato di partenza. Il viaggio deve avere una meta, ma non bisogna mai dimenticare il tragitto, il percorso, il sentiero che ci conduce al conseguimento dell’obiettivo. Perché solo successivamente, a scopo raggiunto , ci renderemo conto che quel percorso è stato bello quanto l’obiettivo stesso.
Galimberti dimostra con le sue tesi quanto siano collaborative, ed allo stesso livello complementari la filosofia e la psicologia: dove non arriva l’una arriva l’altra e se nessuna delle due è in grado di giungere alle vette del sapere, può intervenire forse qualcosa di più grande che le contiene entrambe e che è la sommatoria di saperi, cultura, scienza, pronto ad interrogarsi sul senso profondo della vita e della verità.
L’autore sostiene che la società di oggi deve essere in grado di governare le sfide della modernità, fra le quali il potere dei social netwok, al fine di renderli strumenti utili ma non indispensabili. Allo stesso modo condanna chi vuole far passare la spudoratezza, l’esibizione dell’intimità, come sincerità. Perché la riservatezza e l’onestà intellettuale non sono termini confliggenti, ma anzi nell’era dell’omologazione, il silenzio e la timidezza rappresentano un valore aggiunto, un vero momento dedicato all’intelligenza. Dice lo scienziato umanista che la stessa capacità di ascoltare è una virtù rara, dal momento chesembra che tutti debbano dire la loro, anche su territori che non sono di loro competenza.
Lademocrazia non ètuttologia, e quando non ci si intende di alcuni argomenti sarebbe meglio tacere; ma per i social netwok siamo tutti commissari tecnici quando ci sono i mondiali, o tutti critici musicali quando c’ è Sanremo..
Dio è morto, ma non solo a livello religioso: il fatto che sia venuto a mancare un riferimento forte ha annichilito tutti gli altri fondamenti, ha creato l’illusione che l’uomo sia onnipotente, pieno di danaro, comfort, connessioni, ma sempre più depresso ed assettato di vette e di pensieri profondi. Proprio per questo è fondamentale il ruolo della formazione e dell’istruzione;ed è importante ribattere che l’insegnate non solo deve conoscere la sua materia, ma deve anche saper comunicare entrando in sintonia con i giovani, individuando le giuste connessioni delle emozioni che oltrepassino gli smile dei post 2.0.
Il bravo insegnante deve avere la capacità di dosare empatia ed autorevolezza, perché ogni persona durante la propria formazione necessita di sorrisi, ma anche di severità e di limiti. Nell’era della tecnica l’uomo ha perso la sua centralità, ma allo stesso tempo per la legge dei corsi e dei ricorsi storici, la persona di valore e del volere sta tornando indietro sui suoi passi per individuare un senso più profondo che si nasconde dietro la velocità che lo attanaglia. Con i consigli dei bravi maestri- uno di questi è senza dubbio Galimberti- possiamo andare alla ricerca delle ali della mente e del cuore