Pubblicato Il Toscanismo e la Crusca, o sia il Cruscante impazzito di Benedetto Marcello.
Dall’incipit del libro:
Un bel Fatto, quantunque antico, e ricantato di molto è stato mai sempre il Fatto di chi si fosse quel chiarissimo, e di apri avveduto Dipintor dell’antichità, il qual dato, ch’avea compimento a un Quadro sponealo su la pubblica via, ed ei trattanto dietro al Quadro in disparte traevasi, tutto in ascolta del più, o del men lodarnelo, oppur biasmarnelo, che farebbono i Passaggeri; ond’egli poscia argomento prendea, o di emendar, se manchevole, o di migliorar, se imperfetto, o di passar sopra eziandio, e non far punto caso de’ lor Giudicj, se indebito, e irragionevol pareagli il condannarnelo, che in alcun che avesser fatto. Hor un tal Fatto appunto di prima giunta io qui reco in mezzo in esplicazion del contegno, in che pur l’Autor della presente Operetta fin’or si stette per rapporto ad essa sua Operetta medesima, la qual nata la prima volta così di Furto, e con incerto il Padre, or trovatolo, rinasce in questa sua terza Estrazione, a così dire, legittimata, e dal proprio Padre riconosciuta, ed accettata in sua. Egli pur sì, egli pure appunto come quell’accorto Pittor sopraccennato si stette fin’ora in aguato, e come dietro a un Sipario, o ad una Gelosia, tutto in attenta ascolta di ciò, che il Mondo su di questa sua piccol Figlia sentenzierebbe, ed ha esposto al pubblico nel piccol fascio di poche carte un Fantoccio a così dire, e uno straccio Acefalo d’Autor Anonimo, ed isconosciuto, affinchè tutta sopra di esso la rabbia, e’l mal talento de’ Critici si scaricasse, se ve ne aveva, e salva, ed a coperto trattanto sen’ rimanesse la riputazion del vero, e vivo suo Nome.