La famosa caccia del cinghiale calidonio, che dà motivo al presente drammatico componimento, è diffusamente descritta da Ovidio nel lib. VIII delle sue Metamorfosi, fav. IV.

L’Azione si figura nelle campagne dell’Etolia, non lontano dalla selva calidonia. La scena rappresenta un’angusta valletta adombrata da varie piante ed irrigata dalle acque, che serpeggiano cadendo dalle amene colline che la circondano. Notte.

 

Dall’incipit del libro:

CILLENE sola
Ah, che fa la pigra aurora?
Quanto è tarda a comparir!
Non si vede un astro ancora
Che incominci a impallidir.

Ma Evadne! ma Tegéa! San pur che l’ora,
San pur che il luogo è questo
Convenuto fra noi. San che dobbiamo
La reale Atalanta
Alla caccia seguir: che damme o cervi
Oggi non già, ma d’atterrar si tratta
La calidonia belva,
Dell’etolie contrade
Crudel devastatrice; e al fin sicure
Render da’ suoi furori
Le campagne, gli armenti ed i pastori.
San quai popoli insieme,
San quanti eroi son qui raccolti: il sanno;
E pur fra molli piume
Prendon lente cosi lungo ristoro,
E dormono tranquille i sonni loro.
Eccole… Non è ver. Se parto sola,
Esse poi qui m’attenderanno. Almeno,
Giacché aspettarle è d’uopo,
Su quel tronco posiam. (siede sopra un tronco)

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