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Pubblicato nel 1890 a puntate nel «Lippincott’s Magazine» censurato in alcuni passi ritenuto scabrosi, fu poi raccolto in volume l’anno seguente a Londra preceduto da una prefazione dell’autore che fu scritta e pubblicata su «The Fortnightly Review» all’inizio del 1891 per replicare alle polemiche che la sua opera aveva suscitato. Aggiunse alcuni capitoli e eliminò alcune parti che potevano apparire rischiose, ma fu inutile perché il romanzo fu usato processualmente contro l’autore durante il noto processo che dovette subire a causa della sua omosessualità.
Il pittore Basil Hallward dipinge il ritratto di Dorian Gray, giovane bellissimo che colpito da quanto sia ben riuscito il ritratto, esprime il rammarico di dover invecchiare quando invece il ritratto sarebbe rimasto sempre giovane e si dichiara disposto a qualunque cosa purchè possa avvenire il contrario. Questa dichiarazione viene fatta quando Basil dona a Dorian il ritratto alla presenza di lord Henry Wotton, dissoluto e cinico nobile il quale con le sue teorie sul piacere e la bellezza corrompe gradualmente la purezza giovanile di Dorian. Quando questi gli confida di essersi fidanzato con Sybil Vane, giovane attrice di un teatro di quart’ordine, gli demolisce il suo ideale; così che Dorian abbandona freddamente la fanciulla. Questa si uccide e Dorian supera facilmente, grazie ai perfidi suggerimenti di lord Henry, il primo dolore, e passa la serata a teatro.
L’indomani scopre sul suo ritratto una espressione di crudeltà che prima non c’era, e comprende che il voto da lui pronunciato è stato esaudito. Trasferisce quindi il ritratto in una camera nella quale possa stare lontano dagli sguardi dei conoscenti e visitatori e inizia una discesa nell’abisso della dissoluzione e del vizio. Il ritratto invecchia diventando orribile e Dorian mantiene il suo bel viso da giovane. Una notte uccide Basil Hallward, che ha tentato di rimproverargli i suoi delitti; e ne fa distruggere il corpo da un suo amico chimico, il quale poi si suicida consentendo a Dorian l’impunità: ma sulla mano che aveva portato il colpo mortale al pittore appare, nel ritratto, una goccia di sangue.
Nel frattempo il fratello di Sybil Vane, che aveva giurato di vendicare la sorella e per venti anni lo aveva cercato instancabilmente, rimane ucciso in un incidente di caccia, proprio quando sta per raggiungerlo. Alla fine, insofferente ormai di quel testimonio silenzioso della sue colpe e della sua bruttura interiore, Dorian Gray colpisce con un coltello il cuore del ritratto, ma egli stesso cade morto, mentre il ritratto riacquista l’originale aspetto di giovinezza e bellezza. I servi quasi non riconoscono nel vecchio orrendo e raggrinzito che trovano cadavere il loro splendido padrone.
Non mi sembra comunque, come potrebbe sembrare a una lettura superficiale, un romanzo a fondo etico; in realtà la struttura generale del romanzo appare più un pretesto per esporre idee di estetica, descrizioni di ambienti e di cose belle; rappresenta forse il punto di arrivo di tutto l’estetismo di Oscar Wilde e ne testimonia la coerenza completandone la struttura. L’atmosfera del romanzo si dipana attraverso fantasia e poesia e delinea un mondo astratto; i personaggi appaiono irreali e tesi semplicemente ad estrarre dalla natura pretesti per fatue decorazioni e instancabile vacuità. Il culto della bellezza perseguito da Wilde nel corso della sua intera esistenza, trova in questo testo il suo culmine in modo quanto mai anti-vittoriano e anti-conformista nello sprezzo del moralismo borghese e del comune buon senso.
Numerosissime le versioni cinematografiche, dalla prima, danese, del 1910 dove Dorian Gray è interpretato da Valdemar Psilander, uno dei più grandi attori del cinema muto, alla più recente del 2009 dove è Ben Barnes a indossare i panni del protagonista per la regia di Oliver Parker.
La presente traduzione è dovuta al professore di storia dell’arte Sergio Ortolani, ed è lecito credere che la professione del traduttore non sia stata secondaria rispetto alla sua scelta di porre questo testo tra le poche traduzioni da lui portate a termine.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Lo studio era invaso dal ricco odore delle rose, e quando il leggiero fiato estivo muoveva fra gli alberi del giardino, vi entrava per la porta spalancata il grave sentor dei lilla, o il profumo più delicato delle églantines.
Dall’angolo del divano di cuscini di Persia, sul quale Lord Enrico Wotton era disteso, fumando, come era solito, innumerevoli sigarette, egli poteva coglier con l’occhio lo scintillio dei fiori, molli e coloriti come il miele, d’un orno, i cui rami tremoli sembravano poter appena reggere il carico di una bellezza così flammea; e le fantastiche ombre di uccelli in volo, che ad ora ad ora fuggivano attraverso le lunghe cortine di seta indiana, tese davanti all’ampia finestra, suscitandovi quasi una fuggevole visione giapponese, lo facevano pensare a quei pallidi pittori di Tokio dalla faccia di giada, che, usando di un’arte necessariamente immobile, cercano trasmettere il senso della velocità e del moto.
L’ostinato ronzio delle api in cerca d’una via fra la lunga erba immota, o in volo circolare di monotona insistenza intorno ai polverosi cornetti d’oro della scarmigliata madreselva, sembravano rendere più opprimente la gran calma estiva.
Il torbido ululo di Londra parea la rombante nota d’un organo lontano. Nel mezzo della stanza, sovra un alto cavalletto, stava il ritratto in grandezza naturale di un giovane di straordinaria bellezza; di fronte, un po’ lontano, sedeva l’artista stesso, Basilio Hallward, la cui scomparsa improvvisa, alcuni anni prima, aveva suscitato nel pubblico tanta emozione e sollevato tante strane congetture.
Scarica gratis: Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde.