Una sintesi di quanto di meglio l’India produsse nel campo spirituale dai primordi documentati della sua civiltà fino alla grande riforma del Buddha. La dimostrazione dell’esistenza d’un pensiero dinamico che vietò alla casta sacerdotale d’irrigidire la religione nel formalismo del culto.

Dall’incipit del libro:

Il Rigveda è il documento letterario più antico dell’India, anzi secondo Max Müller, gl’inni sacri che esso contiene non hanno rivale nella letteratura mondiale, e la loro conservazione ben può chiamarsi miracolosa. In altri termini, il Rigveda è il libro più vetusto non soltanto dell’India, ma del mondo ariano, e, in un certo senso, di tutta quanta l’umanità.
La prima legittima domanda che il lettore ci rivolgerà, è senza dubbio questa: «a quale epoca rimonta dunque il venerando volume?»
Non è possibile dare una risposta precisa e categorica, ed è necessario fare subito un’avvertenza al lettore.
Gl’indiani non hanno mai dato importanza ai fatti storici, si sono quasi sempre rifiutati a registrare l’ordine degli eventi e le date, e concepiscono lo studio ed il sapere in un modo che non è il nostro. Portati da natura a ricercare quel che dura ed è eterno e a disinteressarsi di tutto ciò che è labile e mutevole, essi hanno avuto di mira le grandi linee che restano, le idee che il tempo non può far sbiadire, e si sono volentieri dimenticati dell’inconcludente succedersi dei fatti particolari ed individuali. Ciò che dovrebbe essere storia diventa nelle mani degli indiani mito, poesia, speculazione.

Scarica gratis: Il pensiero religioso nell’India prima del Buddha di Carlo Formichi.