La riscoperta dell’opera di Ulisse Barbieri avvenuta in questi primi due decenni del nuovo secolo – alla quale il progetto Manuzio ha dato il suo non trascurabile contributo – è passata soprattutto attraverso le nuove edizioni di Il Palazzo del Diavolo : leggenda mantovana che ha goduto di ben due ristampe: nel 2002 da parte della piccola casa editrice Nomade Psichico di San Nicolò Po (Mn) e poi nel 2015 a cura delle edizioni Relapsus di Gallarate.

Fin dai primi capitoli Ulisse Barbieri stupisce per la padronanza di quello che oggi definiremmo “pop narrativo”. La sua capacità di infondere leggerezza nella letteratura senza tuttavia trascendere nel pacchiano e nel ridicolo trova in questo romanzo forse la sua espressione più evidente. Troviamo le radici del romanzo d’azione di periferia insieme a straordinarie intuizioni che saranno poi alla base della cinematografia degli esordi; nel suo regime estetico vengono assorbite modalità e forme espressive tipiche della cultura popolare. Deve trascorrere quasi un secolo perché si ritrovino esperimenti letterari analoghi con la scrittura giovanile degli anni settanta del ’900. La prima metà del XX secolo è invece contrassegnata da un accademismo che, insieme alle fonti economiche necessarie, appoggiavano un’interpretazione dottrinaria della creatività. E in questo modo l’esigenza novecentesca di organizzare le intelligenze, spesso banalizzandole, ha più volte rischiato di far emergere solo la parte di verità che fa comodo. È contro questa limitazione di libertà che Barbieri dà libero sfogo ai suoi entusiasmi democratici e alle emozioni anarcoidi e bakuniane e intesse il suo romanticismo con la magia della pianura e una sorprendente costruzione di mondi paralleli.

Il romanzo è ambientato nel XVI secolo a Mantova. Si parte con personaggi storici che introducono al clima del romanzo gotico. Il conte Paride di Ceresara era alchimista astrologo e chiromante e queste sue doti e cognizioni furono apprezzate alla corte dei Gonzaga e da Isabella D’Este. Ma il suo palazzo è legato a una diabolica leggenda secondo la quale fu edificato in una sola notte, o comunque in uno spazio di tempo brevissimo, cosa che lo rende legato a un intervento soprannaturale.

All’epoca nella quale Barbieri scrive, il palazzo, che si trova ubicato sul Corso Pradella (l’attuale corso Vittorio Emanuele) che si estendeva da Porta Pradella a Porta Leona (entrambe le porte oggi non esistono più se non dei frammenti della prima) è adibito a deposito di carri ed è chiamato “Stallo del diavolo”. Le voci popolari lo vogliono popolato da spiriti e folletti. Il palazzo, completamente riedificato, esiste ancora oggi e, dopo essere stato sede del giornale “La Vita Mantovana” nei primi anni del secondo dopoguerra e successivamente della Banca Agricola Mantovana è ora proprietà del Monte dei Paschi di Siena e sede della Fondazione Banca Agricola Mantovana, ospitando importanti collezioni di dipinti, fotografie e numismatica.

La forza delle leggende popolari tende ad affievolirsi ma non a scomparire. Del “Palazzo del Diavolo” parla persino Dickens in Pictures from Italy. Non ha parole lusinghiere per Mantova (dopo essere passato per Verona): «I arrived at the rusty gates of the stagnant Mantua», ma le leggende relative al palazzo del diavolo lo colpiscono più di altre attrattive rilevanti che certamente a Mantova non mancano.

Il romanzo è nel suo complesso un omaggio al Romanticismo che caratterizzava l’epoca di Ulisse Barbieri. Per cui non possiamo non cogliere i riferimenti al manzoniano I Promesse Sposisoprattutto con il personaggio di Giulietta, che ha certamente qualcosa di Lucia Mondella. Il palazzo del Diavolo è la sede per le operazioni alchemiche e misteriche del conte Paride di Ceresara, il quale lascia i propri averi al discepolo Marco di Porta Leona. Ma la sua capacità di fabbricare oro, con l’ausilio di una vera strega, è ovviamente maledetta e i suoi eredi, i nipoti Enrico e Carlo, affronteranno avventure mirabolanti e grondanti sangue perché il “bene del Diavolo” non può essere diviso.

Non mi dilungo sul dipanarsi di una trama intricata e avvincente; l’autore sempre spinge al limite estremo il contrasto fra quotidiano e soprannaturale insinuando nel momentaneo ambiente “normale” l’elemento estraneo, pauroso. La costruzione del romanzo gotico da parte di Barbieri non disdegna di contaminarlo con generi diversi, come romanzo d’avventura, di cappa e spada, ma anche con una coinvolgente storia d’amore. L’autore riesce molto bene a superare ogni incipiente forma di ossessione morbosa inserendo evidenti elementi di satira. Forte della sua variegata e multiforme cultura, che in questo caso mette al servizio della sua narrazione, Barbieri si fa interprete della curiosità delle persone ottocentesche che vogliono scoprire le ragioni del fatto insolito, la realtà dell’essere demoniaco e le creature sconosciute che perseguitano i poveri mortali, il contributo non umano per condurre al castigo il colpevole.

I due volumetti con i quali nel 1868 l’editore Battezzati diede alle stampe questo romanzo sono conclusi dal racconto Adelia che era già stato pubblicato l’anno precedente in forma autonoma e con numerose differenze e che è presente anche in questa biblioteca Manuzio.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Una leggenda! in pieno secolo 1868?!…. ehi! signor Romanziere, dirà qualche gajo umore, dandomi una tiratina d’orecchi come faceva il mio maestro buon’anima quando sbagliavo la regola del tre od il mio professore di greco quando gli rispondevo latino.
Affè! perchè no?… una leggenda è una storia come un’altra; più o meno vera, come tante altre storie vi sono, in cui si dà ad intendere quel che più piaccia! lanterna magica ad usum, in cui si fanno vedere lucciole per fanali.
D’altronde a che discutere sovra una o su tal’altra forma di lavoro?…. scelsi questa leggenda perchè a me piace volar di fantasia ed è un ghiribizzo come un altro.
Varian di gusti i saggi!…
Non già che io pretenda con ciò d’essere un saggio!…. Dio me ne guardi!…. Vidi dei saggi far tante e tante sciocchezze che l’aver un ramo di matterìa nel nostro secolo di lumi (gaz) è forse la miglior cosa a desiderarsi!…

Scarica gratis: Il palazzo del diavolo di Ulisse Barbieri.