(voce di SopraPensiero)

Elena Torre, scrittrice e giornalista, è nata a Viareggio nel 1973. Si muove tra il teatro e la letteratura, toccando i generi più diversi: racconti, saggi, gialli, favole e storie per bambini, testi teatrali. Collabora con dasapere.it e mangialibri.com dove si occupa di recensioni librarie. Nel 2015 ha pubblicato Il segreto dei custodi della fede (Cairo Editore) e ora torna in libreria sempre per Cairo Editore con un nuovo thriller ad alta tensione: Il mistero delle antiche rotte.

È appena uscito il tuo nuovo thriller, Il mistero delle antiche rotte. Su quali rotte intendi condurre il lettore?
Mi piacerebbe portarlo sulle rotte del dubbio e della curiosità, sui percorsi della nostra storia alla ricerca dei significati nascosti dei simboli che fanno tutt’oggi parte del nostro presente. Vorrei offrire un punto di osservazione diverso da quello canonico su fatti e aspetti, ma anche oggetti e convinzioni comuni per conoscere e conoscersi un po’ meglio.

In cosa differisce dal primo, Il segreto dei custodi della fede?
L’ambientazione si sposta, partiamo sempre dall’Italia per poi veleggiare verso l’Egitto, se ne Il segreto dei custodi della fede la strada percorsa era quella della via Francigena, in questo caso sarà necessario ricostruire un’antica rotta percorsa da tante navi con i loro preziosi carichi.

Il mistero delle antiche rotte è un «thriller archeologico». Dacci un motivo per cui un lettore che non conosce il genere dovrebbe avvicinarvisi. E un altro per cui un amante del genere dovrebbe leggere proprio questo.
Leggere un libro che esce dai propri gusti letterari è di sicuro un motivo per esplorare una via che certamente non avremmo preso, una via che potrebbe portarci molto lontano da ciò che conosciamo o inaspettatamente più vicino di quanto si creda. Per motivi di lavoro mi trovo spesso a dover leggere libri che mai avrei scelto e le sorprese più belle le ho trovate proprio lì. Per gli amanti del genere assicuro che la parte storica è fedele e che i relitti di cui parlo, tranne uno, esistono veramente e riguardando da vicino il nostro paese penso valga la pena saperne di più. Alle volte subiamo il fascino di paesi lontani come l’Egitto :) per poi accorgerci che lo abbiamo sotto casa…

Scrivi libri da oltre dieci anni, questo è il tuo decimo. Dove nasce in te l’impulso a mettere la penna sulla carta?
Raccontare storie, condividere quanto imparo e soprattutto mettere in comune le cose che mi hanno entusiasmato è un’esigenza nata con me. Fin da piccola quando vedevo qualcosa di bello o capivo qualcosa di nuovo dovevo necessariamente condividerlo con qualcuno, impensabile tenerlo solo per me un po’ come se l’averlo condiviso in qualche modo gli desse la dimensione della realtà, un po’ come avere un testimone.

Elena TorreSei molto impegnata con il tuo lavoro di giornalista. Qual è il tuo tempo della scrittura: in pausa? Alla fermata dell’autobus? Di notte, al buio, con la luce del telefonino a illuminare il quaderno sotto alle coperte?
Di notte dormo, e a volte vado a letto anche molto presto se posso. Non pianifico mai quando scrivere le storie, abitano per un po’ nella mia testa e se la cavano da sole, io mi accorgo che qualcosa sta accadendo solo perché sono un po’ più distratta e poi comincio a rendermi conto che qualcosa vuol venire fuori e allora inizio ad abbozzare personaggi, stralci di trama e posso farlo ovunque. Quando inizio ad avere un’idea un po’ più chiara cerco di capire quando ritagliarmi almeno un paio d’ore per iniziare, solitamente nel fine settimana e il resto viene da sé.

Tre pregi di Elena Torre con la «E». E tre difetti con la «T».
Comincio con i difetti… testarda, terribile, tremenda. Pregi vediamo… entusiasta… basta uno?!

Questo è anche il tuo secondo libro con Cairo. Come si è stretto il sodalizio con questo editore, e qual è il suo segreto?
Sono arrivata a Cairo grazie al mio primo agente letterario che mi fu presentato da un’amica, adesso lui fa un altro lavoro spero non per colpa mia (!) e lì sono rimasta anche con la mia nuova agenzia anche perché il secondo romanzo era già nell’aria subito dopo l’uscita del primo. Circa il segreto non ho capito se ti riferisci a un ipotetico segreto di Cairo che ahimè non conosco anche se il fatto che sia anche il nome della capitale dell’Egitto in qualche modo attrarrebbe la mia attenzione o il segreto di questo nuovo libro… del quale posso dire soltanto, visto il genere della storia, che è un segreto che deve essere svelato e non rivelato!

Cos’ha in serbo Elena Torre, al di là delle rotte antiche? Un’anteprima del tuo lavoro in corso, in esclusiva per i lettori di «Pagina3»?
Non vi nascondo che ho un romanzo pronto, ma di atmosfera molto diversa da questi ultimi due e che sto già raccogliendo del materiale che invece ben si adatterebbe ad essere sviscerato dagli archeologi ed esperti che in questi due libri ho avuto il piacere di frequentare.


Elena Torre, Il mistero delle antiche rotte, ed. Cairo, 2017.

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Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.