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Barbagallo espone in forma didattica – il testo comprende infatti un ciclo di otto lezioni sull’argomento – i limiti e i pregi e, soprattutto, la possibilità filosofica di utilizzazione del materialismo storico come strumento di interpretazione della realtà. Insiste, come è ovvio in considerazione della propria collocazione in campo filosofico, sulla discendenza del materialismo storico dall’idealismo e, contemporaneamente, evidenzia la sua contrapposizione a questo. Non tralascia, se pur trattando la cosa come corollario non preminente, il fatto che il materialismo dialettico sia concezione del mondo dei partiti socialisti. Questa concezione si chiama materialismo in quanto considera la materia come condizione dei fenomeni della natura. A differenza del vecchio materialismo meccanicista che considerava la materia solamente secondo lo spazio, il che portava a concepire la natura e gli avvenimenti umani immutabili, il materialismo concepito da Marx ed Engels considera inerente alla natura il movimento nel tempo e la trasformazione nello spazio. Esso si differenzia quindi dall’idealismo, per il quale esiste ed è conoscibile soltanto il pensiero, in quanto considera la materia esistente, e il pensiero emanazione della materia e condizionato dalla struttura sociale. In particolare si differenzia dall’idealismo di Hegel che pone come fine, e quindi come principio del mondo, la realizzazione dell’idea.
Se applichiamo il metodo dialettico ai fenomeni della storia siamo di fronte al materialismo storico, che è quindi la concezione dialettica del mondo applicata alla società. Con questa terminologia Marx ed Engels vollero distinguere la loro concezione dialettica dalla concezione dialettica idealista e, contemporaneamente, il loro materialismo dal materialismo meccanicista del XVIII secolo e dal materialismo naturalistico di Feuerbach. La dottrina di Marx ed Engels era quindi dialettica ma non idealistica; materialista ma non meccanicista e naturalista. Per il materialismo storico due fattori concorrono alla formazione del pensiero umano: la materia e la struttura sociale che ne determina i modi e i gradi. In ultima analisi il materialismo storico studia i fattori sociali che determinano la formazione del pensiero. Barbagallo sottolinea tuttavia come sia fuorviante credere che Marx ed Engels abbiano voluto farsi sostenitori di un fatalismo economico per il quale le condizioni economiche necessiterebbero l’uomo a determinate forme di vita sociale. L’uomo entra come elemento attivo e condizionante nei rapporti economici, scaturendo questi ultimi dalle tecniche di lavoro, di produzione e di scambio. In Per la critica dell’economia politica Marx scrive:
«Nella produzione sociale della loro vita, gli uomini entrano in determinati rapporti necessari e indipendenti dalla loro volontà, rapporti di produzione che corrispondono ad una certa fase di sviluppo delle loro forze produttive materiali. L’insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, che è la base reale su cui si edifica una soprastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono determinate forme sociali di coscienza […] Il modo di produzione della vita materiale condiziona perciò in generale, il processo della vita sociale, politica e spirituale.»
Barbagallo, che costruì la sua carriera di studioso tramite attenti studi di storia economica e sociale in relazione sia all’antichità classica che alla storia contemporanea – Le origini della grande industria contemporanea rappresenta il primo tentativo che si sia fatto in Italia di seguire lo sviluppo della grande industria nell’Europa occidentale dalla seconda metà del Settecento fino al suo trionfo intorno alla metà del secolo XIX – contribuisce con queste lezioni a rafforzare il carattere spesso polemicamente innovatore dei suoi principi metodologici; in qualità di storico si trova a dover analizzare il peso relativo dei fattori determinanti, stabilendolo di volta in volta, di fronte alla particolarità delle situazioni, senza che questo peso possa essere deciso in anticipo e una volta per tutte. Per questa strada il materialismo storico può essere sottratto alla sua impostazione dogmatica, ed è conseguenza di questo che Barbagallo scorga le possibilità che offre alla tecnica della spiegazione storiografica, aumentando i gradi di libertà delle sue scelte e rendendo più feconde le sue possibilità interpretative.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Del materialismo storico, da oltre mezzo secolo, si discorre e discute con calore, spesso con accanimento, e questo, meno forse per l’importanza dichiaratamente attribuita ad esso dagli uomini che furono primi a formularlo, Carlo Marx e Federico Engels – i due maggiori teorici del socialismo tedesco, anzi del socialismo europeo, alla metà del secolo XIX – che per due ragioni, l’una d’indole politica; l’altra d’indole morale.
Ed invero, se non dovette arrecare grande impressione la definizione che ne dava l’Engels, il quale faceva del materialismo storico «una nuova concezione del mondo», dovette certamente impressionare la tenacia con cui i suoi due fondatori lo asserivano destinato a dimostrare la ineluttabilità dell’avvento del socialismo, ed essere come l’algebra vivente della imminente (e da essi preconizzata) trasformazione della società in senso socialista.
Scarica gratis: Il materialismo storico di Corrado Barbagallo.