“Il fiore di Farahnaz” è in distribuzione da novembre 2023, edito da Edizioni le Assassine nella collana “Oltreconfine”, tradotto da Nicola Verderame.
Siamo negli anni Settanta e la Turchia è scossa da profonde difficoltà economiche e sociali, tuttavia a Kilic, zona residenziale, dove vivono ingegneri e medici in servizio nel complesso minerario adiacente alla città di Zonguldak sulla costa del Mar Nero, la vita scorre tranquilla e spensierata, tra serate al cinema, partite a canasta, balli e cene. La piccola comunità di funzionari è infatti molto unita e i rapporti di vicinato sono improntati alla massima solidarietà fino a quando la moglie del direttore degli impianti minerari non viene trovata morta. L’omicidio della giovane donna viene attribuito al pazzo del paese, tuttavia Yildiz, moglie di uno degli ingegneri, divoratrice di gialli e sarta per passione, non si accontenta di questa soluzione di comodo. Da acuta osservatrice, accumula indizi che la portano a conclusioni ben diverse. Ma la protagonista del romanzo avvince anche per il suo modo di essere: grazie a lei hanno voce tutte le donne del quartiere; ognuna di loro racconta i propri sentimenti ed emozioni: l’angoscia di un figlio che non arriva, la gioia di uno che sta arrivando, la tristezza di una madre che accompagna sua figlia non vedente nel verde dei boschi, fino alla rabbia di una donna che si è sempre sentita non voluta. “Voci di donne” diverse, che nel profondo si ricollegano a una voglia incessante di essere buone madri, ma anche di essere ancora figlie.
Un giallo appassionante, capace non solo di raccontare il vero volto del male, ma di indagarne da vicino le profonde motivazioni di chi sceglie di macchiarsi di sangue per giungere alle vette più alte. Un testo premiato nel 2019, come miglior romanzo giallo dell’anno, in grado di offrire una fotografia precisa di una cittadina turca prima del colpo di Stato del 1980.
“Qualcuno si ricorda questa mantella?” dissi con un dolce sorriso.
“Sì”, mormorò triste Betty. “È la mantella di Figen”.
“Diciamo di sì, ma mia cara Betty non è proprio quella di Figen, bensì una copia. Quella originale la indossava quando è morta. In suo ricordo ho cercato di rifarla, perché per me ha un significato particolare. Mi sono sforzata di riprodurla in maniera esatta, solo che quella di Figen era di stoffa a spina di pesce grigia, questa è di tweed grigio perché non ho trovato un tessuto identico.” Mi tolsi la mantella e la sistemai con cura su una sedia. Poi guardai con un sorriso Ziya, Selçuk, Zafer, Betty e Gül, che non sembravano aver capito come mai avessi cucito una mantella identica a quella di Figen e gliela stessi mostrando “. “Ora vi racconterò una storia che riguarda la nostra amica. Vi chiedo di ascoltarmi molto attentamente. Sono certa che alla fine potrete far sentire almeno un po’ di serenità alla povera anima di Figen, che ha detto addio alla vita in una maniera orribile. Sono convinta che dobbiamo farlo in quanto suoi amici, le persone più vicine a lei. Allora cominciamo.”
Info biografiche
YAPRAK ÖZ è nata nel 1973. Ha frequentato il Collegio TED di Zonguldak Koleji e la facoltà di Cultura e Letteratura Americana presso l’Università di Istanbul. Ha pubblicato poesie, racconti e saggi su numerose riviste e antologie in Turchia e all’estero. Le sue poesie sono state tradotte in numerose lingue, tra cui inglese, greco e svedese. Fa parte dell’Unione degli Scrittori di Poliziesco di Turchia e del PEN International. Ha pubblicato cinque raccolte di poesia e otto romanzi, quattro dei quali hanno per protagonista Yıldız Alatan.