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(voce di SopraPensiero)
Pubblicato Il corriere scomparso di Edward Phillips Oppenheim.
Un bizzarro, ricco e apparentemente innocuo invalido vive in un castello tenendo in pratica segregati i due nipoti e in soggezione quasi tutta la popolazione del circondario. Non esita a rapire e tenere prigioniero e ricattare fino alla tortura il depositario di un documento che è per lui del massimo interesse, documento che potrebbe sventare, se consegnato a tempo, i pericoli di un’imminente guerra che invece Fentolin, il castellano invalido, vorrebbe vedere scatenata. Ma la sua crudeltà e indifferenza per le altrui sofferenze finirà per perderlo definitivamente.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
La sera del 2 aprile, alle otto e tre quarti, c’era pochissima gente sulla piattaforma n. 21 della stazione di Liverpool Street, forse perché tale piattaforma è la più fuori di mano e la meno frequentata di quella stazione capolinea. Peraltro il primo capostazione era lì presente con un ispettore di servizio. Un uomo bruno, con un lungo soprabito da viaggio e un cappello floscio e con una valigetta a mano di pelle marrone, sulla quale spiccava in lettere nere il nome di John P. Dunster, se ne stava a pochi passi di distanza, fumando un sigaro e apparentemente assorto nella lettura dei numerosi avvisi che decoravano la parete sudicia dall’altro lato di quell’unico binario. Sopra un carrello carico di una sola valigia, stavano seduti due facchini. Nessun altro viaggiatore era in vista, nessun bagaglio. Infatti, secondo l’orario, per parecchio tempo nessun treno doveva partire o arrivare su quella linea. Giù, all’altra estremità della piattaforma, la sbarra di legno veniva aperta e un altro facchino si avvicinava, trascinando rumorosamente un carrello su cui erano caricate alcune valigie. Dietro il carrello veniva un giovanotto alto, vestito di grigio e col cappello di paglia.
L’ispettore lo osservò con curiosità.
— Direi che ha sbagliato strada – disse. Il capostazione assentì.
— Mi pare quel giovanotto che ha perso il treno in coincidenza con la nave – osservò. – Forse viene qui a chiedere chiarimenti.