(voce di SopraPensiero)
Domani, giovedì 28 novembre 2013, Liber Liber compirà 19 anni. E pochi giorni fa, il 24 novembre, c’è stato un altro compleanno che ci piace ricordare, il nostro progetto “fratello” Wikisource, che ha compiuto 10 anni.
Da quando la cultura è diventata digitale e può prescindere dagli inevitabili costi dei supporti tradizionali (carta per i libri, vinile e plastica per la musica, ecc.) si sono aperte enormi possibilità. La cultura è diventata più accessibile e progetti come quelli di Liber Liber o di Wikisource sono diventati sostenibili.
Grazie a Internet possiamo contare sull’aiuto di tanti generosi volontari, che quest’anno sono arrivati a digitalizzare più di 2.500 libri e più di 6.000 brani musicali. E dei sostenitori, che con le loro donazioni e il 5 x mille ci consentono di sostenere i costi dei vari progetti.
L’anno scorso (vedi l’articolo Oggi è il 18° compleanno di Liber Liber) auspicavamo la nascita di un progetto pubblico di conservazione digitale di libri e musica, ma dobbiamo essere in pochi a sperarci, perché si fa ancora poco. Non che manchino le risorse; l’Italia e l’Unione Europea investono miliardi in cultura. Per fortuna: un popolo che non investe in cultura è destinato a impoverirsi, a perdere le proprie conquiste civili e a diventare meno libero.
Purtroppo però Italia e l’Unione Europea non misurano l’efficacia dei propri investimenti, con il rischio concreto, molto concreto, di sprecarli. Chi cerca fondi per progetti culturali, per partecipare ai bandi deve rispondere a requisiti burocratici severissimi, così severi da essere di fatto inaccessibili ad associazioni come la nostra. Ma se la soglia di ingresso è praticamente invalicabile, una volta ottenuti i fondi si possono dormire sonni tranquilli. Certo, ci sono dei controlli, ma sono per lo più adempimenti formali. Bisogna compilare modelli, consegnare moduli, e così via. Carte in quantità, ma controlli di efficacia reali ed effettivi (numero reale di fruitori, quantità di citazioni, visitatori, grado di soddisfazione, ecc.) pochi o nessuno. Un peccato.
E perciò torna una domanda che ci facevamo anche l’anno scorso (e siamo ancora in attesa di una risposta): avete idea di dove sono finiti, tanto per dire una cifra a caso, gli ultimi 5 miliardi di euro spesi in progetti culturali? Noi no, e possiamo aggiungere: certamente in nessuno dei progetti che conosciamo. Non sono arrivati aiuti a noi, e va bene, ma nemmeno a Wikipedia o ad altre iniziative sicuramente valide. Non è un buon indizio che il sistema non funziona al meglio? Valutare l’efficacia di un investimento culturale dovrebbe essere importantissimo, ancora più importante dei requisiti burocratici. Affidare risorse a realtà che non sanno farle fruttare è uno spreco, se non peggio.
Perché non pensare a sistemi che consentano una migliore assegnazione di questi fondi? Ad esempio introducendo la misurazione dell’efficacia. Un esempio pratico: l’associazione X riceve 5 milioni di euro per il bando Y. Quando l’anno dopo parteciperà al bando Z, si dovrà preventivamente misurare l’efficacia del finanziamento del bando precedente. E se l’efficacia è bassa, niente soldi per il nuovo progetto. Semplice ed efficace. Fuori chi è bravo solo a compilare moduli, spazio a chi è efficace. Con beneficio di tutti noi cittadini, che vedremo finalmente che fine fanno i nostri soldi.
Perciò, l’augurio di quest’anno riprende e rafforza quello dell’anno scorso. Speriamo che gli investimenti in cultura vengano accompagnati da concreti controlli di efficacia.
Tornando ai compleanni, tanti auguri Wikisource, tanti auguri Liber Liber e davvero grazie ai volontari e ai sostenitori che tengono vivo l’ideale di una cultura sempre più accessibile e libera.
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