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(voce di SopraPensiero)Il mercato del farmaco è in crisi da diversi anni. I costi di produzione aumentano, a causa delle tecnologie sempre più sofisticate; la crisi economica generale sta spingendo gli Stati a ridurre il sostegno al settore; molti brevetti sono in scadenza e ciò favorisce la concorrenza dei cosiddetti farmaci equivalenti. Così accade che, anche se le vendite aumentano (del 13% tra il 2009 e il 2011), calano nello stesso periodo i margini lordi (del 4%). Che per il settore in questione significa la bellezza di 34 milioni di dollari. Una via d’uscita per i colossi farmaceutici sarebbe il mercato dei BRIC (Brasile, Russia, India e Cina): molto più vulnerabili economicamente di quanto vogliano apparire politicamente, e poco attrezzati per lavorazioni specializzate come quelle in questione, rappresentano lo sbocco ideale, in alternativa ai vecchi mercati ormai saturi (come quelli USA e UE). Solo marketing? Purtroppo ciò ha (già ora, ed avrà sempre di più) ricadute pesanti sul nostro modo di concepire il welfare e ancora una volta sarà il potere dell’economia a decidere del modo in cui dovremo concepire d’ora in poi il nostro diritto alla salute […]
Il protagonista di questo bel libro edito da Marsilio è la lobby delle multinazionali del farmaco, Big Pharma in testa; Giancarlo Elia Valori non sfodera al riguardo teorie del complotto, ma cifre chiare e circostanziate che mostrano come l’orientamento della produzione farmaceutica non sia guidato dalle esigenze di salute della popolazione ma dagli interessi finanziari dell’industria: ciò che, se anche immaginavamo, troviamo qui approfondito con chiarezza e dovizia di dettagli. Insieme all’inquietante prospettiva geo-demografica (non si farà medicina dove è necessario, ma dove c’è mercato) e a una riflessione sulla medicina tradizionale (che in Cina ancora prospera), ai casi specifici del cancro e della malattia mentale.
G.E. Valori, Geopolitica della salute. Farmaci, sanità e popolazione nel mondo globalizzato, ed. Marsilio, 2014, pp. 195, euro 19.