Il testo che vi proponiamo ha una strana storia editoriale: già pubblicato in francese nel 1850 sotto il titolo Montévideo, ou une nouvelle Troie, e tradotto in italiano nello stesso anno a Genova come Montevideo o la nuova Troia, viene pubblicato di nuovo nel 1859 a Milano come Garibaldi e Montevideo (vengono solo rimossi – o dimenticati – pochi paragrafi finali), e in parte verrà poi utilizzato l’anno successivo nelle Memorie di Giuseppe Garibaldi scritte da Alessandro Dumas, pubblicate a Livorno.

Esule in Sudamerica sin dal 1835 in seguito alla sua partecipazione ai moti rivoluzionari in Italia, nel 1840, dopo la sconfitta della Repubblica del Rio Grande do Sul da parte delle truppe imperiali brasiliane, Garibaldi si sposta a Montevideo: il libro narra la storia della Repubblica Orientale dell’Uruguay, la sua lotta per l’indipendenza contro il dominio di Rosas, dittatore dell’Argentina, il ruolo di Garibaldi come comandante della flotta nazionale, e poi della legione italiana, la sua generosità e le sue azioni eroiche in difesa di Montevideo, e la resistenza dei cittadini di Montevideo contro le truppe di Rosas. Il libro offre una panoramica dettagliata della vita di Rosas, dei suoi metodi di governo crudeli e della sua spietata repressione dei suoi nemici. Dumas descrive le diverse figure che hanno contribuito alla difesa di Montevideo, tra cui il generale Paz, il colonnello Pacheco y Obes e il colonnello Tajes, evidenziando il coraggio e la determinazione dei cittadini di Montevideo che si sono battuti per la loro libertà.

Giuseppe Guerzoni, nel primo volume della sua monumentale biografia di Garibaldi, già presente in Manuzio, parla così di questo testo:

«Montévideo, ou une nouvelle Troie par Alexandre Dumas, Paris, Imprimerie Centrale de Napoléon Caix et fils, 1850; libro che sebben porti un nome alquanto sospetto all’esattezza storica, pure ha il valore indiscutibiled’essere fondato sopra molti documenti uruguajani citati nel testo; compilato sulla più grossa istoria del Wright, Le Siége de Montévideo, e in gran parte o dettato o riveduto dallo stesso generale Pacheco y Obes, ministro della guerra e capo della difesa di Montevideo, durante l’assedio, e autore a sua volta della Réponse aux détracteurs de Montévideo, Paris, 1849.»

Sinossi a cura di Claudio Paganelli

Dall’incipit del libro:

Al viaggiatore che viene d’Europa su quelle navi che i primi abitanti di quel paese scambiarono per case volanti, prime ad aprirsi allo sguardo, dopo il grido del marinaio in vedetta che annunzia la terra, son due montagne. L’una di mattoni, che è la cattedrale, la chiesa-madre, la matriz, come la si chiama; l’altra poi di massi e verdura, su cui s’innalza un faro, vien detta il Cerro.
Quindi quanto più si avvicina, egli scorge dietro le torri della cattedrale, le di cui cupole in porcellana scintillano al sole, alla destra del faro che siede sul monticello onde si domina la vasta pianura, egli scorge gl’innumerevoli miradores (belvedere) dalle forme bizzarre, quasi corona delle case, che bianche e rosse, porgono nei loro terrazzi un dolce convegno la sera; poi al piede del Cerro, i saladeros (vasti edifizii a salar carni); poi sulla riva della baja, le ridenti quintas (case di campagna) orgoglio e delizia degli abitanti, che nei giorni festivi traggono in folla al miguelete alla aguada, all’arroyo seco (ruscello secco)!

Scarica gratis: Garibaldi e Montevideo di Alexandre Dumas.