Questo testo raccoglie le lezioni tenute da De Gubernatis all’Università di Roma nell’anno accademico 1908-1909 sulla figura del grande scienziato toscano.
De Gubernatis non ha una cultura scientifica e non entra nei dettagli delle teorie scientifiche e delle esperienze, se non dedicando un capitolo alla novità del metodo scientifico galileiano.
Considera altresì la condanna di Galileo frutto in particolare dell’irrigidimento di Urbano VIII, che si vedeva raffigurato nel personaggio del peripatetico Simplicio, anche se tutto il libro sembra implicitamente non convalidare questa opinione.
Analizza la figura di Galilei e le diverse fasi della sua vita e del suo contributo scientifico utilizzando le opere principali dello scienziato e il suo ricchissimo epistolario.
Vengono descritti gli anni giovanili, il periodo nella Serenissima e quelli del ritorno a Firenze.
De Gubernatis critica il passaggio di Galilei dalla repubblica veneta al granducato di Toscana per la minore libertà di azione che quest’ultimo offre, essendo soggetto al controllo del papato.
Una forte critica viene fatta anche per il modo in cui Galileo si difende dall’accusa di eresia e affronta il processo a Roma.
A tale riguardo inserisce due lunghissime note dove sembra paragonare, impropriamente, il proprio deferimento al consiglio di facoltà per alcuni argomenti delle sue lezioni, al processo a Galileo.
Largo spazio viene lasciato all’analisi di questo processo basata sulla documentazione allora disponibile.
Il libro è interessante anche perché affronta il lascito di Galileo, attraverso i contributi dei suoi allievi e sostenitori, pur nel rigido controllo dell’Inquisizione.
Dopo la morte dello scienziato, seguono capitoli in cui si analizzano i rapporti di Galileo con i suoi “consolatori”, cioè coloro che gli furono vicini dopo la condanna e l’abiura, soffermandosi in particolare sui suoi allievi e su quello della figlia Suor Maria Celeste.
Servendosi dell’epistolario dello scienziato e di altri studiosi affronta le vaste relazioni intrattenute da Galilei con gli scienziati sparsi nell’Europa, Keplero compreso.
Tratta infine le opere principali e quelle minori, analizzando in particolare la qualità letteraria di Galilei indicato anche come lo scrittore italiano più importante della letteratura italiana del seicento.
Sinossi a cura di Gianluigi Trivia
Dall’incipit del libro:
Alle ore ventitre e mezzo, o sia nelle ore del tramonto, del giorno 18 febbraio dell’anno 1564 moriva in Roma Michelangelo Buonarroti fiorentino. Non sappiamo in quale ora, ma certamente nello stesso anno e nello stesso giorno, nasceva di padre fiorentino (Vincenzo di Michelangelo) a Pisa, Galileo Galilei. Se è vero, secondo una credenza popolare, che l’anima s’aggiri ancora per qualche minuto, o per qualche ora intorno al corpo che la tenea rinchiusa, prima di prendere, per la finestra spalancata, nella stanza del morto, il volo, in cerca di altra sede corporea, possiamo superstiziosamente, e secondo la dottrina pitagorica ed indiana della migrazione delle anime, argomentare che la grand’anima di Michelangelo siasi, per nuovo moto divino, rifugiata nella mente del piccolo fanciullo, futuro scopritore e signore de’ Cieli.
Fra Dante, Michelangelo e Galileo è una sola ascensione verso il Cielo. Dante vi salì primo, col genio della poesia; Michelangelo, secondo, col genio della pittura, dipingendo il Giudizio Finale, c col genio dell’architettura sollevando le magnificenze del Pantheon, sulla Cupola di San Pietro; Galileo, terzo, col genio della scienza. Studiosi entrambi di Dante, Michelangelo e Galileo spaziarono insieme, col divino Poeta, ne’ Cieli; Dante vi appuntò primo la vista; Michelangelo ne misurò l’altezza e volle, come un titano credente, sovraporre, non più monte a monte, ma tempio a tempio, per arrivare a Dio; Galileo avvicinò il Cielo alla Terra.
Scarica gratis: Galileo Galilei di Angelo De Gubernatis.