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Fu pubblicato a Londra nel gennaio 1722 ed ebbe subito fortuna, con tre edizioni successive nello stesso anno.
Come Robinson Crusoe anche questo romanzo prende spunto da fatti reali; in questo caso la vita di una ladra, Mary Frith – conosciuta anche col nome di Moll la tagliaborse – che era entrata dopo la sua morte, nel 1659, nell’immaginario dell’epoca per la sua figura femminile estremamente anticonformista per quell’epoca.
Il titolo completo è in realtà il sommario del testo: Le fortune e le sfortune della celebre Moll Flanders nata nella prigione di Newgate, la quale, durante una vita incessantemente variata di tre volte vent’anni oltre alla sua infanzia, fu dodici anni prostituta, cinque volte sposata (una delle quali col proprio fratello), dodici anni ladra, otto deportata nella Virginia, e che infine diventò ricca, visse onesta e morì pentita: scritta secondo le sue stesse memorie.
Nell’ambito del grande romanzo europeo, da Cervantes a Tolstoj, Defoe svetta nella bravura come indagatore dei rapporti tra individuo e ambiente, dettagliando il comportamento umano nei suoi aspetti quotidiani fino a delineare la trama del destino. Quello che avviene o che comunemente potrebbe avvenire arriva a sorprendere per i suoi aspetti di stranezza e imprevedibilità.
E i personaggi diventano cavie sottoposte a esperimenti bizzarri e crudeli. Secondo la migliore tradizione del romanzo, il lettore si deve poter convincere che si sta parlando anche di lui e che dietro ad ogni evento, pensiero, gesto, si nasconde e mimetizza uno sviluppo che può mandare in fumo ogni aspettativa, sia in direzione positiva che negativa.
Defoe è maestro (e lo dimostrerà anche con il successivo romanzo Lady Roxana) nel descrivere il personaggio che passa attraverso avventure scandalose ma tuttavia non accetta la propria caduta nella depravazione, né di dare approvazione morale ai propri comportamenti, anzi il rapporto della protagonista narratrice con la regola morale infranta è contraddittorio e spesso doloroso. Il desiderio sarebbe quello di vivere secondo la felicità matrimoniale, ma la caduta nella corruzione non avviene solo per necessità ma anche per vizio, e Moll sembra a tratti persino stupita del proprio comportamento.
In questo senso mi pare giusto inserire Moll Flanders tra i romanzi “picareschi”: in un universo pieno di imprevisti e governato dalla sorte non ci sono alternative alle due vie principali: resistere al mondo cercando di seguire una regola trascendente, oppure adattarsi a questo stesso mondo al prezzo di rinunciare alla propria indipendenza morale.
Defoe non dimentica di essere ancora lo stesso che per il libello The shortest Way with the Dissenter, or Proposal for the Establishment of the Church fu condannato con grande severità alla gogna (che per Defoe si trasformò in trionfo…) e lui stesso candidamente confessa nell’introduzione che “non possono darsi la stessa vivacità, lo stesso lustro e bellezza nel riferire la parte del pentimento come in quella delittuosa”.
Il fascino della trasgressione è decisamente più potente di quanto possa agire l’attrazione per l’ordine. Il romanzo borghese tra seicento e ottocento matura la propria coscienza e dà più spazio al “male”: ogni personaggio ha in sé motivi per i quali non riesce a far emergere la propria “bontà”. Defoe rifugge dalla soluzione semplice che gli consentirebbe di sottrarsi all’accusa di “rappresentare il male” che consiste nel far fare una brutta fine al reo o di portarlo alla conversione.
La vita avventurosa di Moll Flanders inizia nella prigione di Newgate, dove la madre condannata a morte aveva accettato di diventare madre per opera di un carceriere per sottrarsi alla condanna. Viene prima rapita dagli zingari e poi affidata alla pubblica carità; quando entra a servizio presso una ricca signora uno dei suoi due figli la seduce e l’altro la sposa.
Presto vedova, sposa un commerciante che in seguito a un dissesto economico la abbandona per sottrarsi alla legge. Sposa quindi un proprietario terriero della Virginia e, dopo averlo seguito nella sede delle sue proprietà, scopre – in base ai racconti della madre di lui – che si tratta in realtà di suo fratello. Tornata in Inghilterra, abbandonando anche i figli, ricopre il ruolo di “mantenuta” di un ricco uomo sposato e anche da quest’ultimo ha un figlio. In questo caso è l’uomo che si pente dopo una grave malattia.
Si trasferisce quindi nel Lancashire e si sposa per la quarta volta con un avventuriero irlandese. Entrambi pensano che il partner sia ricco e rendendosi conto di essersi reciprocamente tratti in inganno si separano. Lui riprende la sua vita di fuorilegge e di rapinatore, mentre Moll Flanders ha un intermezzo sereno con il quinto marito ricco e galantuomo. Ma dura poco perché muore anche lui e Moll spinta dal terrore della miseria inizia un’attività di furti e imbrogli che decorre con buona sorte per un po’, ma la conduce poi a Newgate dove ritrova il marito irlandese.
Entrambi sfuggono alla pena capitale e vengono deportati in Virginia. In prigione si ha la fase del pentimento della cui genuinità neppure lei stessa è ben certa. In Virginia ritrova il figlio e conquista una certa agiatezza grazie al lascito di sua madre e può tornare in Inghilterra, ormai settantenne, insieme al marito irlandese per trascorrere una serena vecchiaia redigendo le proprie memorie.
Il moralismo di fondo del Defoe appare attenuato e offuscato dalla spregiudicatezza della protagonista e in questo modo Defoe dà vita a un’opera quanto mai vicina al gusto del lettore anche moderno.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Da qualche tempo il mondo è talmente soverchiato da romanzi e libri d’avventure, che riuscirà difficile a una storia privata venir presa per vera, quando in essa i nomi e le altre circostanze del personaggio siano taciuti; e su questo punto dovremo contentarci di lasciare che il lettore dia sulle pagine che seguono la propria opinione, per la quale ci rimetteremo al suo beneplacito.
Fate conto che qui è l’autrice che scrive la sua storia; fin dal bel principio del suo ragguaglio espone le ragioni per cui le pare di dover nascondere il suo vero nome, dopo di che non avrà occasione di parlar oltre della faccenda.
Bisogna avvertire che l’originale di questo racconto venne acconciato in nuove parole, e lo stile della famosa signora di cui si parla, un tantino alterato; in special modo, si è fatto sí che costei raccontasse la storia con parole piú modeste di quelle che non abbia adoperato la prima volta, dato che la copia capitataci fra mano era stata scritta in un linguaggio piú degno di persona ancor rinchiusa in Newgate che non dell’umile penitente ch’ella ha in seguito asserito di essere.
La penna impiegata a rifinire questa storia e ridurla quale la vedete attualmente, ha trovato non poche difficoltà nel darle una veste presentabile, e far che si esprima in un linguaggio leggibile.
Scarica gratis: Fortune e sfortune della famosa Moll Flanders di Daniel Defoe.