(voce di SopraPensiero)

Pubblicato Fenomeni rimarchevoli di medianità osservati senza medi di professione di Giovanni Battista Ermacora.

Rigoroso e suggestivo «protocollo» di sperimentazione spiritica condotto dal fisico padovano Ermacora sull’onda della suggestione del periodo dovuta agli studi di Lombroso sulle attività medianiche di Eusapia Palladino. Lo studio è condotto su «medi» quasi inconsapevoli a causa della giovanissima età e scelti casualmente tra i figli adolescenti del personale di servizio della famiglia dell’autore e per questo sembrerebbe maggiormente rassicurante sul piano dell’evitare trucchi e inganni.

Sinossi a cutra di Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it.

Dall’incipit del libro:

Nello scorso Ottobre 1891 mi trovava in campagna nel piccolo villaggio di Ceresetto presso Udine. Grande era il mio desiderio di cercare se fra quella gente affatto ignara di Spiritismo mi fosse dato trovare qualche buon medio capace di produrre alcuni di quei fenomeni che ancora da molti vengono attribuiti a sapiente inganno dei medi di professione. Ma quello che maggiormente mi spronò alla ricerca fu la lettura dei sorprendenti risultali ottenuti in una famiglia privata di Rio Janeiro per mezzo della. medianità di due fanciulli ad essa appartenenti, risultati descritti dal Prof. A. Alexander dell’Università di Rio e dal Signor Davis pubblicati da F. W. H. Myers nei Proceeding of the Society for psjchical Research di Londra.

Perciò cominciai una serie di sedute alle quali prendevano parte mia madre, due donne ed un uomo di servizio (Caterina, Maria e Francesco), due fanciulli, figli del nostro castaldo (Anna e Giuseppe) e spesso la loro madre (Marzia) o il loro padre (Girolamo). Per tre o quattro sere attendemmo invano, per quasi un’ora, che un piccolo tavolino rotondo, sul quale imponevamo le mani, eseguisse qualche movimento. Finalmente si mosse e, come avviene di solito, prima con movimenti pigri, indi più lesti. Per prima cosa mi occupai di sapere quali fossero i medi e trovai che la più forte era Anna Rodaro, figlia undicenne del detto castaldo, indi veniva per ordine suo fratello Giuseppe di anni 14; qualche attitudine parve mostrare anche Maria, nostra domestica.