Podcast: Apple Podcasts | RSS
(voce di SopraPensiero)Per parlare di Fede Ermeneutica Parola, volume IX tomo 2 dell’Opera Omnia di Raimon Panikkar – filosofo catalano scomparso nel 2010 – si potrebbero adottare tanti punti di vista. Ma forse la cosa più stimolante è cominciare dalla domanda: «Esiste in Panikkar una filosofia del linguaggio?» La risposta è affermativa e affonda le radici in due libri pubblicati in vita: Mito fede ed ermeneutica e Lo spirito della parola, qui ripubblicati parzialmente insieme a diversi contributi anche inediti in italiano.
Il punto di partenza è che la lingua è inseparabile dalla cultura e dalla vita dell’uomo; per Panikkar «la parola crea la cultura» e «la lingua è lo specchio di come il popolo che la parla, in un dato luogo e in un certo tempo, sente, vede e vive il mondo». Delle parole è intessuta la trama di ogni cultura umana, la quale dipende dal significato che loro si dà; la cultura a sua volta fa da sfondo ad ogni comprensione del mondo da parte dell’uomo, ad ogni relazione tra questi due poli della realtà. Distorcere o, peggio ancora, manipolare il senso delle parole può avere ripercussioni di enorme portata sulla cultura e sulla vita degli uomini: è più facile aderire alla mafia se l’omertà è vista come una questione d’onore, o alla massoneria, se il favoritismo viene presentato come un modo di esercitare la «fratellanza al di là d’ogni casta e ceto»; così è più facile far guerra sul territorio altrui, se l’invasione la si chiama «operazione di polizia internazionale», ed è più facile odiare ed uccidere il prossimo se invece che nemico o partigiano è «barbaro» o «terrorista». Da qui fino alle conseguenze estreme: se è vero, come Panikkar ha sempre sostenuto, che «il pensiero modifica il pensato», medesimo ruolo ha la parola, che contribuisce a forgiare la realtà non meno dell’azione (cfr. al riguardo l’interessante studio di G. Deutscher, dall’illuminante titolo La lingua colora il mondo. Come le parole deformano la realtà). Per tornare al tema del libro, la parola si pone come termine medio tra la fede – eminentemente inesprimibile e sorgente di ogni esperienza, ancor prima che d’ogni conoscenza – e l’ermeneutica – veicolo della comprensione e dello scambio fra i popoli. «Tripode filosofico» sul quale il pensatore ha innalzato il monumento della sua speculazione: il dialogo interculturale e interreligioso…
Gran bel lavoro questo dell’Opera Omnia di Raimon Panikkar, eccellentemente curata da Milena Carrara Pavan. Pregio ulteriore – ove mai ve ne fosse bisogno, in un’opera di tanto prestigio – è l’orizzonte tematico dei volumi pubblicati (secondo la struttura voluta in vita dall’Autore), che permette di «tagliare e cucire» parti in precedenza date alle stampe separatamente, ottenendo un nuovo e più incisivo effetto d’insieme. Nel presente volume sono presenti testi tradotti dall’inglese (a cura di Milena Carrara Pavan, talvolta insieme a Jiso Forzani), dal tedesco (da Lucia Nuzzi e Paulo Barone), dal francese (Milena Carrara Pavan). Da non perdere.
R. Panikkar, Fede Ermeneutica Parola. Mistero ed ermeneutica, ed. Jaca Book, 2016. A cura di Milena Carrara Pavan.
(«Filosofia e nuovi sentieri», 9 novembre 2016)