Il presente volume, pubblicato a Firenze nel 1920, è uno dei lavori meno noti del celebre economista italiano Vilfredo Pareto (1848 – 1923). Il testo permette di scoprire ed approfondire un aspetto poco noto della vita dell’intellettuale, ovverosia la sua attività pubblicistica, che svolse, secondo una precisa distinzione operata da Terenzio Maccabelli nel suo saggio Campo politico, campo giornalistico e campo delle scienze sociali: l’itinerario di Vilfredo Pareto, in due distinti periodi: dal 1872 al 1901 e dagli anni ’10 del xx secolo fino alla morte.
Nel corso delle sue ‘incursioni’ giornalistiche, che hanno sempre avuto un ruolo marginale rispetto agli studi sociologici e all’attività politica, Pareto ha prodotto circa 280 articoli, la metà dei quali si trova ne “Il Secolo” e “Il Resto del Carlino”. Sempre secondo Maccabelli, il sentimento della libertà è il cuore dell’attività giornalistica paretiana. Nell’agone politico, in cui si affaccia discutendo soprattutto i problemi del suffragio e della rappresentanza, Pareto si avvale del linguaggio, degli strumenti e dei moduli retorici tipici del sapere economico ottocentesco.
In Fatti e Teorie, lo studioso tratta degli avvenimenti economici e politici più disparati, dimostrando la sua acutezza nell’interpretare i mutamenti della sua epoca travagliata: in un elenco chiaramente non esaustivo possiamo enumerare, tra i temi affrontati, l’aggio (l’odierno spread) nei cambi, il fenomeno del bolscevismo, i debiti pubblici dopo la Prima Guerra Mondiale, lo stato economico di quei tempi.
La silloge contiene, oltre ad uno scritto inserito nella raccolta In onore di Tullio Martello e la prefazione in francese al libro Politique financière d’aujourd’hui di Gabriel de Montgomery, 15 articoli redatti tra il 1913 e il 1920 e pubblicati nelle seguenti riviste: “Scientia”, “Rivista italiana di Sociologia”, “Rivista di Scienza Bancaria”, “Giornale degli Economisti”, “Coenobium”, “Rivista d’Italia”, “L’Economista”, “Il Tempo”, “Rivista di Milano”, “Il Resto del Carlino”, “Idea Nazionale”, “L’Epoca”, “La Vita Italiana”. L’opera si conclude con un epilogo, che inizia con tale incipit esplicativo:
«Alcune aggiunte giova fare agli articoli impressi nel presente volume, sia per meglio dichiarare l’indole di questi, sia per ricercare se e quando i fatti hanno, o non hanno confermato le teorie.»
Questa sezione finale offre delucidazioni sulle ragioni che hanno spinto lo studioso a mutare forma e modi linguistici della propria attività giornalistica nel corso degli anni, adeguandoli ai mutamenti dell’opinione pubblica e alle circostanze che possono avere confermato o invalidato teorie esposte in precedenza.
Fonti:
- Massimo M. Augello, Marco E.L. Guidi, G. Pavanelli (a cura di), Economia politica e opinione pubblica. Gli economisti e la stampa quotidiana in età liberale. Vol. 1. Gli economisti, Milano, Franco Angeli, 2016, pp. 83-110
Sinossi a cura di Elena Paniccià
Dall’incipit del primo articolo Alcune relazioni tra lo stato sociale e le variazioni della prosperità economica:
La dipendenza tra lo stato sociale e la prosperità economica non è solo statica, ma è altresì dinamica, cioè essa sta non solo in relazione ad uno stato economico dato, ma anche in relazione alla velocità delle sue variazioni. Già ne ho dato un esempio nel Cours, in un caso particolare, che è quello della popolazione. Ora esaminiamo il fenomeno in generale.
Da prima ci occorre trovare un indice delle condizioni economiche. Se volessimo avere un indice un poco preciso, le difficoltà sarebbero insuperabili; ma fortunatamente vi sono differenze così grandi tra gli stati economici che vogliamo considerare, da concedere l’uso di indici molto grossolanamente approssimati.
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