INTRODUZIONE ALL’EBOOK:
Questa è una miscellanea, una raccolta di scritti eterogenei (riflessioni, aforismi, racconti brevi essenziali, versi liberi). Tratta delle cose che a mio avviso non vanno in me, nella mia vita, nella cultura occidentale, nel mondo. Sono compresi piccoli resoconti di mie noie quotidiane e osservazioni su grandi problemi collettivi. A proposito di piccole noie quotidiane e del mio disagio qualcuno sosterrà che avrei dovuto sorvolare, che sono piccolezze, ma io sono anche questo e la mia vita è fatta anche di queste meschinità; inoltre ogni visione del mondo è influenzata dal vissuto, come insegna la fenomenologia. Io sono una persona sola che frequenta di rado un solo amico d’infanzia, che vive in famiglia, che vive alla periferia di una città di provincia. Sono un provinciale nel senso più deteriore del termine, che guarda vivere gli altri. Ma forse la mia condizione esistenziale può fornirmi un osservatorio privilegiato per scrutare la crisi dell’umanesimo occidentale, anch’esso, come me, sempre più marginale, più periferico e non incisivo nella realtà concreta. Qualche intellettuale raffinato storcerà il naso probabilmente per le mie banalizzazioni. Mi auguro che qualcuno, anche solo una persona si possa ritrovare nelle mie cose: avrei già raggiunto il mio obiettivo. Questa è un’opera informe, però dettata dalla mia coscienza. Ma cos’è la coscienza? Per un medico di condotta è vigilanza. Per uno psichiatra è autoconsapevolezza. Per uno psicologo cognitivo è metacognizione, ovvero conoscenza delle proprie operazioni mentali. Questa è un’opera dettata dalla coscienza in senso lato: coscienza di me stesso, della vita, del mio tempo, del mondo. Questi scritti sono un modo per ricercare anche me stesso, per prendere coscienza appunto di me, delle cose, del mondo. Eppure come cantava Gaber in “Il comportamento” c’è sempre il rischio che “se un giorno noi cercassimo/ chi siamo veramente/ ho il sospetto/ che non troveremmo niente”. In un primo momento questa raccolta volevo chiamarla “Errata corrige”. Ma era troppo pretenzioso perché nessuno a mio avviso è in grado di correggere efficacemente, nemmeno a livello teorico, gli errori, le ingiustizie, le storture delle nostre vite e dell’intera società occidentale. Avrei potuto intitolarla “Note a margine” perché come sostengo tutto è già stato scritto e non ci restano appunto che note a margine. Ho optato invece per “Su fondamenta instabili” perché rende molto bene l’idea di quanto noi e la nostra società siamo precari e incerti, di quanto la nostra cultura sia fasulla, di quanto sia facile sfaldare il terreno sotto i nostri piedi, di quanto certezze ritenute un tempo inossidabili divengano carta straccia. Poi queste sono le premesse teoriche, le dichiarazioni di intenti. Bisogna vedere come il lettore recepirà questi scritti. Questo è tutto, per ora.
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Il mio ebook gratuito “SU FONDAMENTA INSTABILI”