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Nel 1939, data di pubblicazione della traduzione di questo testo, poco si conosceva del filosofo russo Solovʼëv in Italia. Un paio di titoli pubblicati negli anni ’20 a cura del prete savonese Aurelio Palmieri, studioso di cose russe, e di Ettore Lo Gatto che come studioso e conoscitore di cultura russa ha pochi uguali in Italia.
Significativo quindi questo libretto che raccoglie due saggi legati tra loro dal filo conduttore dell’indagine sul tema dell’amore. In questi saggi si comprende come il carattere mistico-escatologico dell’autore si sia ormai consolidato: la realtà è vista come caratterizzata da un dualismo tra mondo noumenico e fenomenico, dell’Eternità e del Tempo; la sconfitta del Tempo ad opera dell’Eternità avviene con l’armonica fusione del materiale e dello spirituale, che è visto come fine ultimo del processo universale dell’essere.
L’elemento femminile della creazione, la Sapienza divina – Sofia – incarna questo ideale di riconciliazione e il percorso per giungervi prevede una visione totalizzante dell’amore tra persone di diverso sesso che comprende ovviamente anche – e non in posizione secondaria – l’amore sessuale. Se uomo e donna sono il prodotto della creazione “ad immagine e somiglianza” del creatore, è chiaro che il fine non può essere che una fusione spirituale che avvicini la creazione al suo autore.
Il saggio su Platone è non a sproposito accostato al primo; l’esame del percorso intellettuale e di vita del filosofo greco (del quale Solovʼëv tradusse le opere in russo) è fatto per condurre alla conclusione che le verità intraviste non sono state portate alle loro logiche conseguenze. Riferendosi soprattutto a Fedro e Convito Solovʼëv rileva che Platone intravede, tramite il “ponte” gettato da Eros tra natura umana e divinità, il collegamento tra natura mortale e vita eterna; il compito di Eros rimane però non definito, per Platone, come invece lo vorrebbe Solovʼëv. E Platone scivola nuovamente sulla china delle riforme sociali e della correzione degli errori del mondo.
Si è occupato di questa traduzione Vjačeslav Ivanovič Ivanov, poeta simbolista russo, che, padroneggiando bene entrambe le lingue ha potuto dar vita a una traduzione efficace e che non appare a tutt’oggi per nulla datata.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del primo saggio:
Qual’è il significato dell’amore sessuale? La risposta che si dà di solito è questa: l’amore sessuale è il mezzo di cui si serve la natura per la riproduzione della specie.
Ritengo falsa questa opinione: non solo per ragioni di indole ideale, ma anzitutto perchè in contraddizione coi dati di fatto che la scienza ci fornisce. Che la riproduzione possa far a meno dell’amore sessuale risulta dalla semplice constatazione che effettivamente in molti casi ne fa a meno. Il sesso non è necessario per la riproduzione. Gruppi considerevoli di organismi, sia del regno vegetale che di quello animale, si riproducono per via agamica (scissione, gemmazione, sporulazione). È vero che le forme superiori d’entrambi i regni si moltiplicano mediante l’atto sessuale; ma, in primo luogo, gli organismi vegetali, e parzialmente anche quelli animali, che si riproducono normalmente per tal via, possono riprodursi anche fuori del sesso (talèe ed innesti di piante, partenogenesi di insetti superiori): e, in secondo luogo, volendo pur prescindere da questi casi ed ammettere come regola generale la riproduzione degli organismi superiori per mezzo dell’unione sessuale, la conclusione da trarre non è affatto quella che l’attività sessuale sia indispensabile per la riproduzione in genere, ma soltanto che lo è per la riproduzione degli organismi superiori. Quindi il significato della differenziazione sessuale e dell’amore sessuale è da ricercare non già nell’idea della specie, ma piuttosto nel principio che caratterizza l’organismo superiore.
Scarica gratis: Due saggi sulla filosofia dell’amore di Vladimir Sergeevič Solov’ëv.