Don Juan von Kolomea è la novella di apertura, che segue il prologo, delle sei che formano il tema “Amore” all’interno del ciclo Das Warmächtnis Kains (Il lascito di Caino). Fu composta “di getto” nel 1864 ed è in pratica l’opera prima di Sacher Masoch.

Il successo che ebbe questa novella, pubblicata nel 1866 con prefazione di uno dei più noti e importanti scrittori austriaci di quel periodo, Ferdinand Kürnberger, indusse l’autore ad abbandonare la cattedra di storia austriaca all’università di Graz per dedicarsi alla letteratura.

L’ispirazione viene senza dubbio dalle vicende della travagliatissima relazione dell’autore con Anna von Kottowitz; la vicenda centrale è un matrimonio conseguenza di grande passione che però a poco a poco si esaurisce. Soprattutto la nascita dei figli che tengono occupati corpo e mente della donna raffredda il marito che inizia a dedicarsi ad avventure extraconiugali. Presto anche lei accetterà la corte di altri uomini. Ma l’amore resta, anche se con grande difficoltà a trovare la sua dimensione ed espressione.
Troviamo in questa prima esperienza letteraria di Sacher Masoch le sue principali “ossessioni” in tema di sentimento verso il sesso femminile. La protagonista indossa una particolare pelliccia, impugna spesso il frustino, induce maschi di ogni estrazione sociale a gesti di sottomissione e di adorazione. L’incessante lotta tra uomo e donna per sottomettere ed essere sottomessi trova già in questo racconto tutte le premesse che verranno sviluppate nelle successive e più famose opere, come Venus in Pelz e Die Geschiedene Frau.

La facilità di piacere e di conquistare le donne da parte del protagonista consente di inserire questa novella nell’ambito del “mito” del Don Giovanni e tale collocazione è efficacemente evidenziata dal traduttore nella sua prefazione. Il traduttore è Luigi Ferrara (Spinazzola, Bari 1875-Roma 1950), giurista e nipote del noto meridionalista Giustino Fortunato. Fu preside della facoltà di Economia e Commercio all’università di Roma.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

La vettura ci portava da Kolomea alla campagna. Era di sera e di venerdì. «Venerdì buon principio», dice un proverbio polacco; ma il mio cocchiere tedesco, un colono del villaggio di Mariahilf, sosteneva invece che il venerdì fosse un giorno di cattivo augurio, perchè di questo giorno era morto nostro Signore sulla croce, sacrificandosi per l’umanità.
Questa volta il mio Tedesco ebbe ragione, perchè a una mezz’ora da Kolomea intoppammo in un picchetto di guardie campestri.
— Alto là!… il passaporto! –
Ci fermammo. Ma il passaporto? Le carte mie eran certo in regola; ma chi aveva mai pensato al mio Svedese? Egli se ne stava placidamente sul suo sedile; e, come se l’invenzione dei passaporti fosse una cosa ancor di là da venire, faceva schioccare la frusta e rimetteva dell’esca nella sua pipa. Senza dubbio si poteva scambiare per un cospiratore; e la sua faccia, d’una beatitudine insolente, pareva appunto provocare i contadini russi. Passaporto non ne aveva: benone! Essi fecero un’alzata di spalle: meglio ancora!

Scarica gratis: Don Giovanni di Kolomea di Leopold von Sacher-Masoch.