In questo articolo del 1910 il chimico Alfredo Stromboli riconosce l’importanza dell’imparare le lingue straniere, per viaggiare o per vivere in altri paesi, tuttavia ritiene che sia un male che lingue straniere sostituiscano la lingua del luogo quando, a scopi economici e di commercio internazionale si può usare al posto di una lingua straniera una lingua internazionale.

Stromboli nota che in varie strade delle città italiane più frequentate dagli stranieri si trovano sempre più iscrizioni straniere e ciò andrebbe a discapito anche dei turisti stranieri attratti dall’arte e dalla cultura italiana.

Il chimico italiano ritiene anche sbagliato rinunciare a pubblicare articoli scientifici nella propria lingua, in quanto se il contenuto di questi articoli in italiano è di grande importanza, non mancheranno persone straniere colte che conosceranno la lingua italiana, li leggeranno e li renderanno noti al mondo. Stromboli ritiene che quando ci sarà un gran numero di nazioni coscienti della loro dignità nazionale si sentirà sempre più il bisogno di una lingua internazionale.

Sinossi a cura di Michele De Russi

Dall’incipit dell’articolo:

Nessun dubbio che lo studio e la conoscenza delle lingue straniere sia utile, specialmente per un popolo come il nostro, che emigra così facilmente e che deve fare sempre gli onori di casa ai numerosi stranieri, che vengono ad ammirare i nostri tesori artistici e le nostre bellezze naturali. Non solo, ma per noi, popolo giovane, è necessario studiare i popoli che più di noi sono avanzati nelle industrie e nelle scienze e nei varii rami d’istruzione pubblica.
E per far questo occorre possedere la lingua del popolo che si vuole studiare. Faranno quindi bene i giovani, specialmente delle classi dirigenti, a dedicarsi sempre più allo studio delle lingue straniere. Ma però, modus in rebus. Imparare le lingue per viaggiare o per vivere tra popoli stranieri, per studiarli in tutte le estrinsecazioni della loro vita, va bene, ma non permettere che queste lingue vengano a sostituire la propria. Una volta tornati in patria non si dimentichi la dignità nazionale fino al punto di evitare studiatamente di parlare e di scrivere la propria lingua, alludendo a semplice pretesto che si deve, per ragioni di ufficio o di affari, trattare sempre con stranieri.
Che possa essere utile il conoscere le principali lingue europee per accudire meglio ai propri interessi, specialmente in quelle aziende commerciali che più sono frequentate da forestieri, nessuno lo mette in dubbio; per quanto come già si disse in altro articolo, comparso in questa rivista, noi riteniamo che lo scopo economico di tutelare i propri interessi e far progredire il proprio commercio con la colonia dei forestieri si potrebbe ottenere lo stesso mediante la lingua internazionale.

Scarica gratis: Dignità nazionale e lingue straniere di Alfredo Stromboli.