F.O. Dubosc (a cura di), Dialogare nel mito
F.O. Dubosc (a cura di), Dialogare nel mito

Il «mito» è per Raimon Panikkar «l’insieme dei contesti che si danno per scontati, il punto di riferimento che ci orienta nella realtà, l’orizzonte accettato entro cui si situa la nostra esperienza della verità». È l’insieme di quelle cose che riteniamo ovvie al punto di non interrogarci circa la loro ovvietà, al punto perfino di non essere consapevoli che ci crediamo. È solo grazie a queste convinzioni «di sfondo» che possiamo evitare il regresso all’infinito nei nostri ragionamenti. Il ragionamento presuppone il mito; non esiste infatti ragionamento che sia privo di presupposti. Il mito è come l’inflessione: si può parlare con un accento diverso, ma non senza alcun accento.
Ora, mentre la ragione è l’ambito della critica, il mito è l’ambito del non-criticato, del presupposto appunto. «Dialogare nel mito», titolo della raccolta di saggi a cura di Fabrice Olivier Dubosc, psicoterapeuta studioso del pensiero di Panikkar e delle tematiche interculturali, può allora sembrare una contraddizione in termini: come si può dialogare nell’ambito di ciò su cui non si riflette, tanto da non averne neppure consapevolezza? E invece si tratta di un’operazione non solo possibile, ma anche opportuna, come spiega il curatore nel suo saggio d’apertura dal titolo «Variazioni sulla psicologia interculturale»: tramite l’opera del logos è possibile instaurare un dialogo fra miti diversi, finalizzato non a individuare le radici razionali dei miti (ciò che è impossibile), ma a prendere consapevolezza dei rispettivi miti grazie al disvelamento offerto dall’altro in dialogo con noi (per riprendere l’esempio precedente, è sempre l’altro ad accorgersi che parliamo con un certo accento; da soli non ce ne accorgeremmo).
Dialogare nel mito è un libro in cui tante prospettive diverse – la psicanalisi freudiana e junghiana, la scienza moderna, la filosofia occidentale, la spiritualità musulmana – si incontrano in quello «spazio-tra» (come lo chiama con felice espressione il fisico Basarab Nicolescu, riprendendo un tema panikkariano) che è impossibile creare in ambito meramente razionale (dove nulla resiste allo scontro dialettico, che termina sempre con la vittoria di qualcuno e la sconfitta degli altri). Come recita il sottotitolo, è la dimensione simbolica che va recuperata nel dialogo interculturale, non quella razionale. Con un ampio saggio di Panikkar (pp. 36-84) dal titolo «Il senso del mito».


Raimon Panikkar ed al., Dialogare nel mito, a cura di F. Dubosc, ed. Vivarium, 2004, pp. 251, euro 18,00.

Articolo precedenteStati Generali dell’Innovazione: presentiamoci
Articolo successivo“La Naunia descritta al viaggiatore” di Giuseppe Pinamonti
Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.