(voce di SopraPensiero)

«Di Europa bisogna parlare!» recita una delle più recenti pubblicità istituzionali sull’argomento passate in TV. E non v’è dubbio che sia opportuno farlo: ma si dovrebbe anche aver chiaro cosa si vuol dire, cosa che quasi mai traspare dai tanti dibattiti offerti dai media. L’Europa non va amata né odiata, ma in primo luogo compresa e fatta funzionare nel migliore dei modi. Tenendo il più possibile fuori le viscere dalle discussioni, e mettendo al centro i temi attuali e di forte interesse comune. A cominciare magari dal liberarsi dell’eterna subordinazione agli Stati Uniti, che hanno interessi diversi dai nostri (un esempio per tutti: il famigerato accordo commerciale denominato TTIP, che ha tutta l’aria, tanto per cambiare, di essere stato proposto dagli americani per la loro esclusiva convenienza); dall’efficienza dello Stato (che passa anche per la riduzione del divario digitale); dalla lotta all’evasione fiscale e all’economia sommersa e criminale; da politiche migratorie comuni e civili (che non degenerino né in altri muri, di cui il mondo è già pieno, né in ulteriori ritardi che è poi sempre Lampedusa a dover scontare).
Diego Balducci è convinto che l’Europa possa davvero diventare la nostra patria. Ma, prima di ciò, occorre interrogarsi sui temi che possono sostenere (o pregiudicare) l’unione: al di là delle spinte nazionalistiche e dei vuoti slogan anti-qualcosa. Non è d’aiuto inveire contro la Germania, né al contrario cercare di assomigliarle in maniera acritica e idealizzata: i modelli di successo vanno certo indagati e replicati per quanto possibile, ma nessun Paese europeo deve dimenticare le proprie specificità, tanto meno l’Italia. Tutto ciò senza temere di infrangere dei tabù: se è necessario, si dovrà poter attingere ai grandi patrimoni per risanare il debito pubblico. E senza riserve nel muovere guerra (nonviolenta) ai paradisi fiscali. Un bel saggio per riprendere questi discorsi con una cognizione di causa un po’ maggiore.


D. Balducci, Danke Frau Merkel, ed. Meligrana, 2014, pp. 230, euro 14,90.

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Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.