(voce di SopraPensiero)
Quanto sareste disposti a spendere per una copia del Seicento del De Piscibus di Aldovrandi, o per una stampa del Settecento dell’Orlando Furioso o della Gerusalemme Liberata?
Non è necessario pensarci troppo, le stime ce le dà la casa d’aste Sotheby’s, che l’8 febbraio, a Parigi, batterà 148 tra lettere manoscritte, disegni e copie a stampa di alcuni dei più grandi artisti di tutti i tempi.
Tra i grandi di casa nostra troviamo una copia in quattro volumi illustrati del Furioso di Ludovico Ariosto, edita a Birmingham dall’editore Baskerville nel 1773, il cui valore è stimato tra i 3 e i 5mila Euro. Al 1771 risale la copia della Liberata di Torquato Tasso in due volumi illustrati, con rilegatura originale, edita a Parigi presso Delalain, Durand e Molini, stimata tra i 4 e i 6mila Euro.
Tra gli altri grandi di quelle che un tempo si definivano “arti liberali” emergono i nomi di Durer, Proust, Rimbaud, Mirò, Pissarro, Picasso, Degas, ma anche quelli di Paracelso e persino Nostradamus.
Una vendita di grande prestigio quindi, che dimostra come la letteratura e l’arte siano ancora considerate beni su cui investire anche cifre importanti, se si considera che la copia di Nostradamus delle Quatuor his suaru[m] Institutionum Geometricarum Libris di Durer è valutata tra 12 e i 18mila Euro e tra i 20 e i 30mila le Opere di Paracelso, per arrivare alla forbice 100-150mila Euro prevista per i disegni autografi di Rimbaud, risalenti al 1865 e ai 200-300mila di stima per l’autografo dello stesso autore de La riviere de Cassis appartenuto nientemeno che a Verlaine, a cui il poeta amico lo aveva regalato tra la fine del mese di giugno e l’inizio di luglio del 1872. Un pezzo raro, per cui la descrizione che si trova sul sito della casa d’aste si dilunga mettendo in mostra una vera analisi testuale, con tanto di trascrizione diplomatica per quello che sembra essere il pezzo che i curatori stessi ritengono maggiormente pregiato.
Non resta dunque che attendere il giorno della vendita, per assistere agli scontri tra i collezionisti e vedere dove finiranno alcune parti della storia dell’arte e della letteratura mondiale. L’auspicio resta sempre lo stesso: che gli enti pubblici si muovano per far sì che un simile patrimonio resti a disposizione di tutti.