Il nuovo libro di Salvo Tosto.

In sintesi

Tredici originali racconti, tredici tappe di un viaggio dentro l’animo umano per farne venir fuori timori e insoddisfazioni, ma anche sogni, speranze, gioie. Lo stile narrativo è scorrevole e piacevole, ora drammatico ora carico di suspence o di divertente ironia, in ogni caso denso di impegno civile e di spunti di riflessione sul rapporto uomo-donna e sul rapporto individuo-società. Adatto per gli adulti e per i giovani maggiori di 14 anni.

Il libro

Un viaggio nell’intimo dell’animo umano, questo sono i tredici racconti di Credevo fosse un tramonto e invece era un’aurora, rappresentativi di altrettante situazioni problematiche, a volte drammatiche, altre volte alleggerite da un tocco di humor o di benevola ironia. Le tematiche affrontate ruotano soprattutto intorno al rapporto uomo-donna e individuo-società.

Realismo e immaginazione concorrono nel generare le storie, diverse tra loro ma accomunate da svariati elementi unificanti. Uno per tutti: i vari protagonisti si trovano a un certo punto di fronte a un bivio, costretti a compiere scelte importanti. Ed è proprio in tali momenti difficili che ciascuno di loro, accanto a umane debolezze, rivela risorse interiori e valoriali grazie alle quali potersi risollevare e, con pochissime eccezioni, intravedere un futuro di riscatto e di rinascita.

Così, ciò che poteva sembrare un crepuscolo, un declino, un tramonto, rivelerà invece di essere l’aurora di un nuovo promettente giorno.

Una lettura scorrevole e piacevole ma non fine a sé stessa, anzi impegnata a suscitare domande e riflessioni formative, senza risultare pesante né tanto meno saccente. Adatta a tutti i maggiori di 14 anni.

Booktrailer

Presentazione di Valentina Piras:

Un frammento tratto dal racconto L’Artista di strada letto da Angelo Tosto, attore del Teatro Stabile di Catania:

Intervista

Salvo TostoDOMANDA. Di cosa parla il tuo libro?

RISPOSTA. Il libro è una raccolta di tredici racconti medio-lunghi che ruotano intorno ai temi del rapporto uomo-donna, dell’affettività, della violenza, della legalità. E ci sono altrettanti protagonisti di storie emblematiche di cui non dico altro per non fare spoiler togliendo il gusto della scoperta e della sorpresa a chi deciderà di leggere il libro. Anche perché la citazione pura e semplice dell’argomento trattato può essere fuorviante: è più importante il modo con cui quel tema è stato affrontato. Aggiungo soltanto che ce l’ho messa tutta per non essere noioso, per offrire una lettura scorrevole e piacevole pur avendo come obiettivo principale non quello di approntare soltanto un “passatempo”, ma quello di fornire spunti di riflessione su temi di valenza etica e civile.

DOMANDA. A quale genere letterario appartiene?

RISPOSTA. Dal punto di vista dei contenuti, per quello che ho appena detto in risposta alla prima domanda, direi che potrebbe essere definito un libro di formazione.
Dal punto di vista strutturale-stilistico, la sua definizione editoriale è “Raccolta di racconti”.
Io lo definirei l’ideale per chi ama storie che hanno qualcosa da dire andando dritte da A a B, senza lungaggini, descrizioni superflue, percorsi collaterali, pause “per riprendere fiato” e quant’altro si ritrova inevitabilmente nei romanzi, anche nei migliori, rispetto ai quali, è opportuno ricordarlo, la forma racconto è semplicemente diversa, non inferiore in quanto tale né di serie B.

DOMANDA. A quale tipo di lettore credi che potrebbe maggiormente interessare e piacere? E perché?

RISPOSTA. Il libro è adatto per tutti. Per i contenuti, è l’ideale per persone giovani (o giovani dentro), aperte al confronto dialettico sul tema della propria identità personale e sociale. Per chi volesse pensarlo come possibile regalo, dico che è il regalo ideale per persone a cui vogliamo bene, perché è positivo, vitale, costruttivo, fiducioso, aperto non su un crepuscolo, non su un declino, ma su un’aurora, su una speranza.
Unica limitazione: per i temi affrontati in alcuni racconti, d’accordo con la redazione editoriale, abbiamo deciso di consigliarlo a persone che abbiano già compiuto i 14 anni. Personalmente, andrei un po’ cauto anche con individui di età superiore ai 103 anni. Diciamo che va bene dai 14 ai 103 anni, ecco.

Prefazione

di Irene Piras

Dopo la buona accoglienza avuta con Tempo instabile, si consiglia imprudenza, Salvo Tosto torna alle stampe con questa nuova antologia di racconti, già classificatasi seconda nel Premio Letterario Internazionale Gaetano Cingari 2022.

Tredici racconti, tredici storie che partono dal profondo, dai meandri più intimi dell’animo umano, germogliano tra le ferite e i desideri, tra le paure e le speranze che allignano dentro i personaggi. Sono intrise di sentimenti e di risentimenti, di delusioni e di fuochi ancora vivi. Dopodiché si sviluppano e diventano azioni, incontri, dialoghi, mantenendosi in costante equilibrio lungo quel crinale dove confluiscono e si intrecciano in trame coerenti il vero (ricordi, cronaca, sensazioni realmente provate) e il verosimile, frutto di un immaginario sociologicamente fondato, plausibile e rappresentativo.

Il percorso compiuto da ogni protagonista non è però mai lineare. C’è sempre un punto di rottura, un bivio, un momento in cui circostanze incerte o complicate impongono scelte importanti. Ed è proprio nei momenti più difficili che i protagonisti rivelano risorse interiori e morali in grado di aprire loro la strada verso un futuro di riscatto e di rinascita. Così, ciò che poteva sembrare agli occhi di tutti un declino, una parabola calante, un tramonto in progressione verso il buio della notte, rivela invece la sua vera natura: quella di un’aurora, aperta alla speranza e a possibilità fino a poco prima imprevedibili.

Fa da sfondo a tutto questo il quadro valoriale di Salvo Tosto, la propria visione del mondo e dei rapporti tra le persone, come sono e come gli piacerebbe che fossero. In ogni racconto c’è un invito al confronto su una determinata tematica esistenziale e si manifesta la motivazione più profonda e più nobile dell’autore: quella etica, nutrita di impegno civile e di aspirazione a un reale progresso sociale. Una scrittura di formazione, quindi, che però non è mai supponente o presuntuosa e si pone come stimolo per una lettura attiva, partecipe e critica, con pari dignità tra autore e lettore.

"Credevo fosse un tramonto e invece era un’aurora" di Salvo TostoUn altro tratto caratteristico di Salvo Tosto è la scrittura agile e scorrevole, in cui la semplicità è vista come un obiettivo a cui tendere e la chiarezza è intesa come un dovere nei confronti di chi legge. Lodevole è la sua capacità di affrontare in modo conciso diverse situazioni, e di farlo sempre con umanità e serietà, non mancando di sorprendere e di strappare un sorriso grazie ai toc- chi di surrealismo, humor e di benevola ironia.

Un libro per tutti, consigliato dai quattordici anni in su.

Acquisto

Credevo fosse un tramonto e invece era un’aurora
di Salvo Tosto