Da Euripide a Gogol, la scuola della tradizione continua ad attrarre, soprattutto i millennials. L’esperienza della compagnia Luigi Rasi di Ravenna. La regista Alessandra Casanova: “Il talento naturale non basta”

Un teatro, quello classico, che non conosce crisi e coinvolge soprattutto gli aspiranti attori più giovani, che vogliono cimentarsi con testi non facili, come quello di Ifigenia, portato in scena dalla compagnia ravennate Luigi Rasi, su testo di Giuseppe Vecchi, per la regia di Alessandra Casanova.

Con le ultime due date estive, Cervia e Casina, in provincia di Reggio Emilia, si è concluso un anno di lavoro in cui gli allievi della Scuola di teatro, che affianca la compagnia, si sono confrontati con il testo di Euripide, oltre che con opere di Cechov, Puskin e Gogol, senza però dimenticare il divertimento della commedia con Baby Hamilton di Braddell e Hart o La lista di Rosafol di Labiche. “Il bilancio è senz’altro soddisfacente – spiega Casanova – con nuovi ingressi nella compagnia che ora è a quota 25, un’età media sotto i 30 anni e alcuni ragazzi che hanno deciso di fare della propria passione un lavoro e vengono seguiti per poter accedere all’accademia di recitazione di Bologna”. Determinante, nella voglia di iniziare un corso di recitazione di repertorio classico, oltre all’innata voglia di esibirsi, che per chi vuole calcare il palcoscenico è essenziale, anche il desiderio di comprendere testi di autori capaci di dire ancora tanto all’uomo di oggi, per la loro capacità di scavarne in profondità paure, desideri, ambivalenze. E da parte delle nuove generazioni, continua, noto sempre una maggiore propensione a mettersi in gioco di fronte a un’opera complessa rispetto agli adulti.

Alessandra Casanova
Alessandra Casanova

Ma per riuscire a fare l’attore di professione, questo chiaramente non basta. “Ci vuole l’impegno costante per una disciplina dove l’esercizio quotidiano è la regola e senza il quale non si può andare avanti. Ho visto tanti ragazzi dotati stancarsi presto e abbandonare il percorso, mentre altri, più in difficoltà all’inizio, sono stati premiati per la tenacia. Certo, ancora meglio se oltre ad essere costanti c’è una inclinazione naturale alla recitazione. Un bel timbro di voce e una sua una corretta impostazione, che alcuni hanno innata, aiuta molto”.

La compagnia, avviata nel 1984 dal padre Renato Casanova, dal 1968 alla guida del Teatro Stabile Città di Ravenna, dopo aver trascorso a Roma un periodo in cui ha frequentato la Libera Accademia di Teatro diretta da Pietro Sharof, aiuto regista di Konstantin Stanislawskij, è intitolata a Luigi Rasi, attore e drammaturgo ravennate, di cui si celebrerà quest’anno il centenario della morte, a novembre, con una serata a lui dedicata.