Ugo Santamaria
Era una domenica di luglio – così incominciò un suo nuovo racconto Cutt-Hardy – ed io mi disponevo a santificare la festa con un assoluto riposo; del qual riposo avevo proprio bisogno perchè mi sentivo stanco per l’enorme lavoro dei giorni precedenti. Sdraiato sulla mia poltrona confortable, io stavo fumando uno squisito avana…
A volte noi dubitiamo che Dio esista. Perché, infine, dov’è questo Dio? In cielo in terra in tutte le cose: va bene; ma insomma nessuno lo ha mai veduto. Allora Dio, per provarci la sua esistenza, ordina che venga una bella giornata.
Avete mai udito parlare del regno di Ninfete? La sua storia si perde nella notte dei tempi. Ma è certo che quel regno si sarebbe potuto riguardare come il Paradiso terrestre.
Molti anni or sono, viveva un Imperatore, il quale dava tanta importanza alla bellezza ed alla novità dei vestiti, che spendeva per adornarsi la maggior parte de' suoi danari. Non si curava de' suoi soldati, non di teatri o di scampagnate, se non in quanto gli servissero di pretesto a far mostra di qualche nuovo vestito. Per ogni ora della giornata, aveva una foggia speciale, e, come degli altri re si dice ordinariamente: è al consiglio, — di lui si diceva sempre: è nello spogliatoio.
Corradino da poco conosceva un tale che senza che avessero gran che da dirsi, occupava qualche serata. Era Vespa, un giovanotto reduce dall’Africa, ferito e malato. Viveva al quinto piano di una casa senz’ascensore, dov’erano saliti la prima volta con Fabio nel giugno. Una sera che con Fabio erano venuti su parlando, s’era sentito toccare la porta prima ancora che bussassero ed era subito stato aperto, quasi che Vespa li aspettasse con impazienza.
Appena fu in condizione di poter uscire dall’ospedale, il maggiore Baredi scelse a dimora per la convalescenza la sua villa di Casaglia. Gli erano concessi due mesi a rimettersi del sangue perduto da una ferita che era stata quasi mortale, al petto, e da un’altra, al capo, che gli aveva deturpata la guancia sinistra per sempre.
Un'alba come mai fu vista.
Una bimba venne fuori della nera capannetta, coi capelli arruffati su la fronte e con un fazzoletto rosso-sbiadito in testa. Mentre andava abbottonando la dimessa vesticciuola, sbadigliava, ancora abbindolata dal sonno, e guardava: guardava lontano, con gli occhi sbarrati come se nulla vedesse.
Io vissi sempre in campagna nella bella stagione, da giugno a ottobre, e ci venivo come a una festa. Ero un ragazzo, e i contadini mi portavano con loro ai raccolti – i piú leggeri, far su il fieno, staccare la meliga, vendemmiare.
Ser Cepperello con una falsa confessione inganna uno santo frate, e muorsi; ed essendo stato un pessimo uomo in vita, è morto reputato per santo e chiamato san Ciappelletto.