Ugo Santamaria
Vi era nel paese di Zuman, nella Persia, un re coperto di lebbra. I suoi medici avevano inutilmente messo in opera tutta la sua scienza per guarirlo, quando un abilissimo dottore chiamato Douban capitò nella di lui Corte…
Premetto che la signora Livia Molteni, quantunque abbia cinquant’anni, è bellissima: anzitutto perchè non ne dimostra più di trentacinque – l’età, quest’ultima, della maturità procace, in cui la donna, presa quasi dalla nostalgia della gioventù e dalla fretta...
Una volta eravi un pescatore vecchissimo, e sì povero, che appena guadagnava di che mantenere la sposa e i tre figli. Egli tutti i giorni andava alla pesca nel fiume, e un giorno mentre ritirava le reti alla riva intese qualche resistenza; pensò che doveva esservi del pesce…
Era venuto l'uomo del sughero, cioè il negoziante che ogni sette anni acquistava il prodotto non dato dalle ghiande delle querce sugherifiche centenarie del vastissimo bosco sull'altipiano della Serra, ma dalla corteccia dei tronchi…
Io sono figliuolo unico d’un ricco mercante di Surate. Poco tempo dopo la sua morte, dissipai la miglior parte dei molti beni ch’egli mi aveva lasciati, e terminava di consumarne il resto cogli amici, allorché trovossi per caso alla mia mensa un forastiero che passava per Surate, per andare all’isola di Serendib…
Gran principe dei Genii noi siamo tre fratelli, questi due cani, ed io. Nostro padre lasciò morendo a ciascuno di noi mille zecchini. Con questa somma abbracciammo tutti e tre la stessa professione, e ci facemmo mercanti…
Seguiva da undici giorni la pista della sua tribù in fuga, e il suo stesso inseguimento era una ritirata; perchè egli sapeva bene che dietro di lui vi erano i Russi temuti, i quali, nella loro marcia attraverso pianure paludose e montagne dirute…
Questa cerva che voi vedete, è mia cugina, ed anche moglie. Essa non aveva che dodici anni quando la sposai. Siamo vissuti insieme trent’anni, senza che abbia avuti figli. Il solo desiderio d’aver figli mi fece sposare una schiava, di cui ne ebbi uno che prometteva molto.
Quella notte Don Giocondo non aveva chiuso occhio; e, quando, al mattino, le prime luci dell’alba cominciavano appena a schiarire il terso cielo d’aprile, contro il suo solito, era già in piedi…