Breve racconto ospitato nel 1933 dal periodico L’Esame artistico e letterario, fondato e diretto dall’eclettico e poliedrico critico d’arte Enrico Somaré.
Un ingegnere milanese viene folgorato, durante i suoi soggiorni a Firenze, dall’idea di riportare in auge la tecnica e l’arte degli arazzi. Assorbito dall’impresa dimentica moglie e figli. Poche poche pagine soffuse dalla leggera ironia tipica dell’autore.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del racconto:

L’ingegner Oldrado trovandosi a passare i mesi d’inverno a Firenze non dava mai pace a quel suo spirito di lombardo irrequieto, sempre alla ricerca di qualche iniziativa. Era solo e poteva disporre di tutta la sua giornata. Da prima fu tentato di fare uno studio sull’arte costruttiva toscana del secolo decimosecondo e decimoterzo, studio verso il quale lo portava la sua convinta predilezione per l’impiego delle pietre a tutto spicco, ma poi mutò parere. Un’improvvisa novità era avvenuta nel suo spirito.
Un mattino trovandosi a passeggiare per le sale degli Uffizi gli accadde di fermare lo sguardo sopra i bellissimi arazzi che stanno appesi in quella Galleria e dopo qualche tempo di appassionata osservazione un’idea balenò alla sua mente. «E se tentassi», egli si disse, «se tentassi di ritornare in onore quest’arte perduta?»
Il problema gli si presentava così seducente, così adatto alla natura singolare del suo ingegno tra pratico e fantasioso ch’egli abbandonò senz’altro ogni altra idea e si gittò tutto in quello. Il tentativo di una simile ricostruzione era appunto ciò che ci voleva per soddisfare la sete del suo spirito portato più che altro verso le soluzioni tecniche ingegnose. Era quella degli Arazzi un’arte che stata gloriosa un tempo e nobilissima è oggi del tutto decaduta: poteva essere dunque cosa degna del suo ingegno trovare il modo di ripristinarla. Ma come fare? Da che parte incominciare?

Scarica gratis: Arazziere di Carlo Linati.