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(voce di SopraPensiero)
Tommaso Arancio è un insegnante di tango che non ha la faccia da «tanguero»; il che vuol dire molte cose, ma una su tutte: che gli piacerebbe tanto fare una bella vita da mantenuto, ma poi non ha neanche quel minimo di coraggio che servirebbe a pagarne il piccolo prezzo. Emanuele Pettener – docente di lingua e letteratura italiana alla Florida Atlantic University che ha già all’attivo altri due romanzi, tra cui Proust per bagnanti (Meligrana, 2013), e un saggio sull’opera di John Fante – racconta l’ultima settimana di lavoro del protagonista al «Baja Topón Post», di proprietà della grassona che l’ha circuito fin dall’iinzio e dalle cui grinfie cerca continuamente di scappare (ben sapendo che questo significherà la fine della sua «carriera lavorativa»). Ricorrentemente spruzzata di arancione, la storia è un susseguirsi di trovate caleidoscopiche e battute brillanti, vòlta a colpire il lettore più che ad avvincerlo. Intento che – sacrificando la trama ai fuochi d’artificio – coglie nel segno. Molto buona anche la cura editoriale (con l’unica stranezza della numerazione sulle pagine pari bianche). Consigliato.
E. Pettener, Arancio, ed. Meligrana, 2014, pp. 150, euro 15.