Pubblicato Annali d’Italia (dal principio dell’era volgare sino all’anno 1750, volume quarto) di Lodovico Antonio Muratori.
Dall’incipit del libro:
Cogli affari d’Italia han correlazione quei di Gerberto creato arcivescovo di Rems. Prese la santa Sede la protezione di Arnolfo deposto da quella sedia contro le leggi canoniche, e papa Giovanni XV sospese dai divini uffizii que’ vescovi che aveano proferita sentenza contro di lui. Restano tuttavia le invettive d’esso Gerberto, non dirò contro la Chiesa romana, ma contro quei papi che in questi ultimi tempi l’aveano cotanto sporcata, e sì malamente governata; di Gerberto, dico, il quale da qui a non molto ci comparirà salito sul medesimo trono pontificio. Ugo Capeto re di Francia spedì al papa le ragioni dell’operato dai vescovi, e il pregò di voler venire in persona fino a Grenoble, per conoscere meglio questa differenza. Non si sentì voglia il pontefice Giovanni di prendersi tanto incomodo, e solamente mandò in Francia Leone abbate del monistero di san Bonifazio per suo legato, per cui opera nell’anno seguente fu in qualche maniera posto fine a quell’imbroglio. Abbiamo da Lupo Protospata e da Romoaldo Salernitano che in questo anno obsessa est Matera a Saracenis tribus mensibus, et quarto capta ab eis. Ne erano allora in possesso i Greci, ma non ebbero forza per poterla sostenere contro la possanza dei Mori. Fino all’anno presente signoreggiò in Salerno Giovanni II appellato di Lamberto. La morte il rapì con restare principe di Salerno suo figliuolo Guaimario, chiamato il terzo, per distinguerlo da altri due principi dello stesso nome, che erano vivuti ne’ tempi addietro. Era esso Giovanni tuttavia vivente nel giugno di quest’anno, ciò apparendo da un diploma dato da lui e dal figlio Guaimario, che si legge nelle Antichità italiane. Truovasi ancora in quest’anno Otberto ossia Oberto II marchese, figliuolo di quell’Otberto I che noi già vedemmo marchese e conte del sacro palazzo, e dicemmo progenitore della casa d’Este, il quale tiene un placito nella chiesa di Lavagna, e sentenzia in favore del monistero di san Fruttuoso. L’atto fu scritto anno Incarnationis Domini nostri Jesu Christi nongentesimo nonagesimo quarto, X kalendas februarii, Indictione septima, cioè senza contar gli anni di Ottone III re. Erano potenti in Toscana e Lunigiana i marchesi appellati dipoi di Este, e forse di qui possiamo inferire che il suddetto Otberto II governasse in questi tempi la marca di Genova.