Più che un romanzo d’avventura, questo racconto potrebbe descriversi come un misto di avventura e fantascienza: nel 1895, quando venne pubblicato, le spedizioni polari non avevano ancora avuto successo, e l’ambiente geografico del Polo sud era totalmente sconosciuto. Questo permette all’autore di sbizzarrire la sua fantasia, descrivendo un mare interno al continente antartico, libero da ghiacci e popolato da numerose specie animali, e di introdurre, tra le avventure dei protagonisti, l’incontro con lupi (per quanto “niente affatto aggressivi ed eccellenti a mangiarsi”.) e con un orso.
Lo stesso titolo del libro invita subito il lettore ad una sospensione dell’incredulità, che viene mitigata quando uno dei protagonisti racconta cosa intende in realtà per velocipede:
«Il velocipede che io adoprerò, non è di quelli soliti. È una macchina fatta costruire appositamente e con grande diligenza, munita di otto ruote, fornita d’un piccolo motore a petrolio, capace di portare tre uomini e un carico di duecento chilogrammi e di raggiungere una velocità di venticinque a trenta miglia all’ora.»
La vicenda ha inizio alla Società Geografica di Baltimora, dove due soci, l’inglese Linderman e l’americano Wilkye si sfidano a chi per primo avrebbe raggiunto il Polo Sud: l’inglese prevedeva di raggiungerlo via nave, mentre l’americano sarebbe sbarcato sul continente e contava di raggiungerlo con il suo velocipede. Impossibile non sentire l’eco di un’altra scommessa, inventata da Verne qualche anno prima per Il giro del mondo in 80 giorni.
I due rivali partono insieme sulla nave di Linderman, e all’ultimo momento si aggiunge, ospite non previsto, il sig. Bisby, che si presenta come membro della Società degli Uomini Grassi di Chicago, e che conta di sfruttare il viaggio per ingrassare ulteriormente ed essere eletto presidente della Società. Bisby ha il doppio ruolo di personaggio comico, per il suo formidabile appetito e per la sua sciocchezza, e quello di consentire a Salgari di esibire la sua cultura, attraverso le ingenue domande di Bisby e le spiegazioni scientifiche di Wilkye.
La nave Stella Polare raggiungerà il continente australe: i due rivali si separano, e il vero protagonista sarà Wilkye, che partirà sul suo velocipede a motore. A un certo punto – ma era previsto – la spedizione esaurirà il carburante, e la macchina viene smontata per assemblare tre biciclette, con cui Wilkye e i suoi compagni proseguono il viaggio. Raggiungeranno il Polo sud, ma qui comincerà il dramma: hanno impiegato più tempo del previsto e la stagione estiva sta per finire, mettendo a serio rischio il ritorno. Tanto più che a loro insaputa, il campo di ghiaccio su cui si trovano si è staccato, ed ha navigato verso sud…
Il lieto fine sarà naturalmente raggiunto, attraverso una serie incredibile di coincidenze che riunirà i superstiti delle due spedizioni.
Sinossi a cura di Claudio Paganelli
Dall’incipit del libro:
‒ È vero ciò che si dice, signor Linderman?
‒ A proposito di cosa, signor Wilkye?
‒ Che la spedizione polare organizzata dai vostri compatriotti, è miseramente naufragata?
‒ È vero, rispose con voce secca, colui che si chiamava Linderman.
‒ Dunque il vostro illustre esploratore polare, è stato vinto dai ghiacci anche questa volta?
‒ Cosa v’importa?
‒ By-god!… Ad un onorevole membro della società geografica degli Stati Uniti, può interessare molto.
‒ Me lo dite con una certa ironia, signor Wilkye, da farmi supporre che voi siate contento che il mio compatriota Smith non sia riuscito.
‒ Può essere, signor Linderman. Che volete? Sarei più contento che scoprisse il polo un americano, anzichè un inglese.
‒ Infatti, si è veduto come l’hanno scoperto i vostri compatriotti della Jannette.
‒ La loro missione era diversa, signor Linderman. La Jannette andava in cerca di un passaggio libero fra lo stretto di Behering e quello di Davis, e non del polo nord.
Scarica gratis: Al polo australe in velocipede di Emilio Salgari.