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Beltramelli è stato un autore molto prolifico e di grande successo nella prima metà del Novecento. È tenacemente legato al filone di ispirazione romagnola. I personaggi, contraddistinti da atmosfere oniriche di nitida vocazione dannunziana, trasmettono un’immagine mitizzata della Romagna spesso irreale e stravangante.
Dall’incipit del libro:
Io mi ricordo, Giacometta, quando vivevi nella tua casa bianca, dai grandi cristalli; sul lembo di un giardino. Allora avevi sedici anni ed eri la sola Giacometta di tutta la città.
Conducevi la vita delle persone per bene: uscivi poco, forse la domenica per andare alla messa con la veste più nuova; e, qualche rara volta, quando era proprio bel tempo, uscivi per far la tua passeggiata.
E la gente della tua città ti guardava perchè eri bella. I giovani si fermavano ad ammirarti.
– Quella è Giacometta!
– Che bella bambina!
E non c’era, dinanzi a Dio, nessun’altra Giacometta all’infuori di te.
Così tocca alle vergini, qualche volta, quando escono dal convento, per ritirarsi in una città di provincia che è un convento un poco diverso.
Ma tu avevi una casa bianca, tutta grandi finestre e cristalli che si accendevano, nelle albe e nei tramonti, dei fermi bagliori del cielo; avevi [14] una casa come un faro, sul lembo di un antico giardino ed ivi regnavi, sola donna e madonna, fra due zii antichi e ricchissimi, per i quali eri, con tutta la tua giovinezza, un paradiso.
Sì, Giacometta, tu eri il paradiso anche per me che non ero tuo zio e avevo forse dieci soldi ogni domenica per allietare la mia sontuosa giovinezza.
Avrei io potuto pensare a te, logicamente, con dieci soldi per settimana?… Io, figlio della scarna probità in camicia e dedito agli economici legumi?
Scarica gratis: Ahi, Giacometta, la tua ghirlandella di Antonio Beltramelli.