Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Cari amici, il documento che sottoponiamo alla vostra attenzione è frutto dell’elaborazione avviata a partire dal convegno promosso dall’ANAC al teatro Valle nel marzo scorso dal titolo “Emergenza cultura”.

Come sapete, l’importante appuntamento del Valle – al quale avevano aderito e partecipato esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo – aveva dimostrato una grande sintonia e concordanza di idee, in particolare nell’esprimere le stesse preoccupazioni sullo stato della cultura in Italia. Tra le proposte era emerso con forza il desiderio, condiviso da tutti, di continuare il lavoro di elaborazione, di proposte e di iniziative che riportassero questi temi all’attenzione della vita civile nel nostro Paese.

E’ nato così un coordinamento – con la partecipazione di esponenti di associazioni di diversi settori della cultura – che ha elaborato il documento sul quale chiediamo la tua adesione. Questo documento è solo il primo passo di un percorso più articolato.

E’ nostra intenzione renderlo pubblico attraverso una conferenza stampa che si terrà martedì 24 giugno dalle ore 11,00 alle ore 13,00 presso la sede della Federazione Nazionale Stampa Italiana corso Vittorio Emanuele II 349, sala Walter Tobagi, nel corso della quale annunceremo anche le iniziative future che stiamo programmando.

Vi preghiamo di far pervenire la vostra adesione al documento tramite email (a.anac@virgilio.it) o telefonando allo 06 37519499.

Il comitato promotore
ANAC: http://www.anac-autori.it/

Per un Nuovo Umanesimo

Forse mai, come in questo periodo, abbiamo assistito al progressivo scadimento culturale del nostro Paese che ha assunto toni e connotazioni ormai endemiche. E sembra quasi che si sia insinuata, anche nella coscienza di chi vorrebbe contrastare questo processo degenerativo, una sorta di rassegnazione e una diffusa convinzione sulla ineluttabilità di questa deriva.

Ci rivolgiamo a tutti.

Ai singoli cittadini, alle organizzazioni, istituzioni, enti, associazioni che operano nel campo culturale, dal cinema al teatro, dalla musica alla danza, alla letteratura, all’architettura, alle arti visive […]

Operiamo insieme per riaffermare il valore assoluto, per il singolo e per la collettività, della cultura come scelta di civiltà, concepita come anima stessa della società, componente essenziale per lo sviluppo del nostro Paese, nel quadro di una più generale politica europea e mondiale.

«La domanda di cosa può fare l’Europa per la cultura, e cosa può fare la cultura per l’Europa non è nuova. Ma in questo contesto ha acquisito un nuovo senso di urgenza».

Le parole di Manuel Josè Barroso, attuale Presidente della Commissione Europea, sono l’emblematica rappresentazione di un pensiero che da Jacques Delors risale a Mitterand che, nella sua prima presidenza dell’Unione Europea, propose la cultura come luogo centrale della nostra presenza nel mondo, raccogliendo la linea della Federazione Europea degli Autori che indicava nella creatività e nella straordinaria molteplicità delle nostre storie e culture la specificità di questa strada.

Oggi, in Italia, come in Europa, serve una rivoluzione copernicana, un’intelligenza prospettica che renda la cultura l’elemento trainante di una nuova direzione politica.

Con questo fine proponiamo la costruzione di un movimento d’opinione forte che coinvolga l’intera vita culturale del nostro Paese, dalle periferie al centro, con nuovi appuntamenti, tappe, luoghi di incontro e di intervento. Mai come oggi serve quel risveglio intellettuale necessario per imporre una nuova visione.

Una nuova prospettiva del «fare cultura», di ri – creare cultura. Un Nuovo Umanesimo che riaffermi lo spirito critico e il principio del libero esame, grandi conquiste che contribuirono a creare una della stagioni più fertili della nostra storia.

Un Nuovo Umanesimo che recuperi il significato più alto della parola latina Humanitas – tutto ciò che è degno dell’uomo e che lo rende civile, innalzandolo sopra la barbarie – raccogliendo la sfida della complessità e suggerendo una più moderna, corretta e completa proposizione dell’essere umano come espressione della vita.

Siamo consapevoli di quanto non siano più tollerabili politiche unicamente orientate al profitto economico, anche a scapito della convivenza sociale e dell’ambiente in cui viviamo. Occorre restituire alla cultura, quindi alla conoscenza, alla creatività, alla ricerca, alla sperimentazione, alla salvaguardia delle tradizioni più vitali, il ruolo che le compete nello sviluppo del pensiero e nella dialettica delle idee, rifiutando l’esclusivo adeguamento alla sola legge del mercato tra i cui effetti perversi ci sono l’omologazione e il livellamento verso il basso dell’offerta culturale e politica.

Occorre dare nuovo slancio ai principi espressi nella Dichiarazione Universale dell’UNESCO del 2 novembre 2001. «Fonte di scambi, d’innovazione e di creatività, la diversità culturale è, per il genere umano, necessaria quanto la biodiversità per qualsiasi forma di vita». La diversità culturale deve essere il prerequisito per la realizzazione di una maggiore libertà e di un effettivo libero scambio: source of exchange, fonte di scambio nel senso più ampio, economico, antropologico, culturale, che implica apertura all’altro e al dialogo.

Una nuova visione, dunque, che, a partire dall’Italia, forti e responsabili della nostra straordinaria eredità culturale – unica al mondo – orienti le scelte tanto nel campo economico che in quello della conoscenza e della cultura, e restituisca la speranza, l’orgogliosa ambizione, di poter avviare un nuovo movimento artistico e culturale motore della costruzione di una più armonica società.