Pubblicato nel 1945, questo breve volume raccoglie la corrispondenza scambiata tra Filippo Turati, all’epoca parlamentare a Roma, e la sua compagna di vita e di lotte Anna Kuliscioff, rimasta a Milano per tutto il giugno 1924. Queste lettere furono poi ripubblicate nell’ultimo volume del carteggio Turati-Kuliscioff, pubblicato da Einauldi fra il 1949 e il 1959.

Nel giugno 1924, il rapimento e la morte di Giacomo Matteotti avvennero il giorno 10, e il 27 vi fu la sua commemorazione fatta dalle opposizioni, con un celebre discorso di Turati (che il lettore trova anche su Liber Liber, in appendice a La difesa della libertà di Giacomo Matteotti). Le lettere scambiate fra i due, fra l’11 e il 27 giugno, sostanzialmente non parlano d’altro, della scomparsa e dell’omicidio del giovane deputato, delle reazioni private e di quelle pubbliche, delle posizioni delle Opposizioni e di quelle della maggioranza. Tra un gruppo di lettere ed il successivo, alcuni documenti e riassunti chiariscono quali eventi si fossero verificati subito prima della ripresa della corrispondenza, eventi che sono commentati da entrambi nelle lettere.

E apprendiamo anche episodi personali, quali il timore per la propria sicurezza, che spinse Turati e molti altri socialisti a non dormire mai nelle loro abitazioni e cambiare “letto” ogni notte; e la posizione di “filtro” nei confronti della vedova Matteotti, Velia, fatta dai suoi famigliari verso i compagni di azione politica del marito, quasi andassero allontanati per evitare la strumentalizzazione politica di un dramma personale, che invece toccava Turati e gli altri parlamentari anche personalmente.

Troviamo anche documenti politici, quali le bozze dell’Ordine del Giorno che le Opposizioni volevano presentare congiuntamente, ed i commenti dei due personaggi politici, sempre cauti nell’interloquire con altri partiti come i Comunisti ed i Popolari, date le profonde diffidenze reciproche sviluppate negli anni. C’è il resoconto delle relazioni parlamentari, e i retroscena di come si pervenne ad esse. C’è in tutte le pagine la convinzione che politicamente l’ondata di sdegno successiva all’assassinio di Matteotti, in Italia ed all’estero, avrebbe portato alla caduta del fascismo ed al suo isolamento internazionale – convinzione purtroppo del tutto infondata. Risponde al vero invece la convinzione che gli esecutori materiali ed i complici del delitto non sarebbero stati perseguiti con severità, come puntualmente avvenne in seguito.

Dalle lettere sono quasi sempre mancanti le formule di apertura e di chiusura, forse per non distrarre chi legge dal significato politico delle vicende, tacendo invece sulle comunicazioni personali. Una delle poche riportate, nella lettera del 26 giugno, può considerarsi indicativa dei sentimenti di Turati e dei suoi compagni socialisti:

Addio, mia cara Anna. Era destino che dovessimo vivere agitati gli ultimi anni. Ma anch’io penso, con te, che tutto è meglio, anche l’assassinio subito, meglio dell’esser vili.

Sinossi a cura di Gabriella Dodero

Dall’incipit del libro:

Nella primavera del 1924 si apre la campagna elettorale. I tre partiti di classe scendono in lotta disgiunti, la Confederazione del Lavoro si dichiara apolitica.
I fascisti fanno fiammate dei giornali di opposizione; a Torino, in un ufficio confederale in cui si teneva una riunione sindacale, bastonano gli adunati e tra essi l’on. Buozzi; a Reggio Emilia uccidono a rivoltellate il tipografo Piccinini candidato massimalista, e così Mussolini può annunciare al Gran Consiglio che «la prima parte del nostro piano strategico è pienamente riuscita: le opposizioni sono frantumate».
Le elezioni hanno luogo, si apre la XXVII legislatura, e incomincia la discussione. L’estrema sinistra è sotto la vigilanza dei fascisti che con interruzioni e clamori cercano di smontare e imbavagliare l’opposizione.
«Nei battibecchi odierni – scrive il 29 di maggio il Turati – il nostro monello Matteotti rimbeccò con molta audacia, Gonzales gridò loro in faccia dieci volte che sono lì col mandato di disturbare – «disturbatori per mandato» – ma non ci furono tuttavia nè morti nè feriti».

Scarica gratis: La tragedia di Giacomo Matteotti di Filippo Turati e Anna Kuliscioff.