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La varia produzione di Borgese, filosofo, drammaturgo, poeta, si arricchisce con alcuni titoli che si possono registrare come ‘letteratura di viaggio’. Questo breve volume, pubblicato nel 1931 poco prima che l’autore abbandonasse l’Italia, si può ritenere come tale, in quanto scritto in occasione del primo viaggio in Inghilterra, avvenuto con lo scopo di partecipare ad un congresso filosofico svoltosi a Oxford.
E sono la città di Oxford, che è impregnata dell’atmosfera universitaria, ed il fiume Tamigi, caratteristico nel fare apprezzare dalle sue rive un intero paese bagnato dalle sue acque, che rappresentano da un lato le ‘terre nuove’ in cui Borgese si avventura con animo attento e curioso.
Ma altrettanto nuove sono le ‘terre’ su cui si fondano le dispute del congresso a cui Borgese partecipa. Nuove perché si è svolta, fra il 1905 e il 1911, una vera e propria rivoluzione nella concezione del mondo da parte della fisica, con la pubblicazione delle opere di Einstein, Minkowski e Rutherford. Nel 1927 Heisenberg espresse il suo Principio d’indeterminazione, e contemporaneamente al convegno filosofico di Oxford, Dirac presentò a Bristol la sua teoria, che cambiò il modo in cui la fisica delle particelle considera protoni ed elettroni. La nuova concezione della fisica, che non è più una “scienza esatta” a differenza di come era prima di queste scoperte, la rende sempre meno dissimile dalla filosofia: un modo per interpretare la Natura, che si discosta sempre più da quella Natura che l’uomo può vedere intorno a sé.
Sinossi a cura di Gabriella Dodero
Dall’incipit del libro:
Oxford è singolare quasi quanto Venezia, e non è facile figurarsela senza averla vista. Forse un suggerimento musicale può accostarla all’immaginazione più di molte parole; e qualche volta, passeggiandovi in solitudine a ore evocatrici, sembra di riudire, benché alquanto attenuato, l’Incantesimo del Venerdì Santo.
Un misticismo filtrato attraverso interpretazioni preraffaellite, un Medio Evo acquisito all’estetismo di Ruskin: tale è l’aria dolce, quasi senza mutamento, che si respira nelle vie, nei giardini, lungo i muri di Oxford. Tanto più quando sono bei giorni di settembre, così belli nella vecchia Inghilterra: la bruma, senz’essere sparita del tutto, s’è diffusa come un’essenza appena appena narcotica entro l’azzurro, il carro del sole pare che rallenti il corso, e la sera il brillare delle stelle perde le sue punte dentro il cielo soffice.
Scarica gratis: Escursione in terre nuove di Giuseppe Antonio Borgese.