La sinfonia n. 9 in re minore per soli, coro e orchestra op. 125, anche nota come Sinfonia corale, è l’ultima sinfonia di Ludwig van Beethoven. Fu eseguita per la prima volta venerdì 7 maggio 1824 al Theater am Kärntnertor di Vienna, con il contralto Caroline Unger e il tenore Anton Haizinger. Ai primi tre movimenti puramente sinfonici ne segue un quarto che include il coro sui versi dell’ode Alla gioia di Friedrich Schiller.

È una delle opere più note ed eseguite di tutto il repertorio classico ed è considerata uno dei più grandi capolavori della storia della musica, anche in quanto simbolo universale di unità e fratellanza tra gli uomini, oltre ad essere ritenuta da molti musicologi il capolavoro di Beethoven. È stata inoltre per lungo tempo la maggiore composizione sinfonica con voci.

La Società Filarmonica di Londra inizialmente commissionò la sinfonia nel 1817. La principale opera di composizione fu compiuta tra l’autunno del 1823 e il febbraio 1824, data di completamento dell’autografo.

Denominata nel suo primo abbozzo Allemande (“Tedesca”) la sinfonia nacque in parte da altri brani di Beethoven che, confluiti in opere a sé stanti, sono anche contenuti in alcuni schizzi della futura Nona sinfonia. Quanto alla struttura, già la Fantasia Corale, Op. 80 (1808), in pratica un movimento di un concerto per pianoforte, introduce un coro e dei solisti verso la fine, per creare il culmine. Così nella Nona Sinfonia le voci cantano un tema prima suonato strumentalmente: peraltro il tema, per lo meno nella struttura, ricorda piuttosto da vicino il tema corrispondente nella Fantasia Corale.

Andando ancora più indietro, una versione precedente del tema della Fantasia Corale si trova nella canzone Gegenliebe, per pianoforte e voce alta, risalente a prima del 1795. L’offertorio Misericordias Domini KV 222 di Mozart (1775) contiene un tema affidato ai violini che corrisponde esattamente, a parte una minima variazione, alla frase iniziale dell’Inno alla gioia, e lo richiama pertanto all’orecchio dell’ascoltatore moderno (il fatto non è però straordinario, dal momento che entrambe le melodie procedono per grado congiunto).

La sinfonia è divisa in quattro movimenti, l’ultimo dei quali contiene l’Inno alla gioia. Beethoven modifica la tipica struttura della sinfonia classica inserendo per la prima volta uno scherzo prima del movimento lento (infatti lo scherzo solitamente segue il movimento più lento). Eccezionalmente infatti, se il primo movimento di una sinfonia o di una sonata e il successivo tempo lento acquistano proporzioni e impegno eccessivi, lo scherzo può diventare il secondo movimento, dando così maggior equilibrio all’opera. Egli aveva comunque già fatto lo stesso in lavori precedenti (inclusi i quartetti di archi) Op. 18 n. 5, the Archduke piano trio Op. 97, la sonata per piano Hammerklavier Op. 106).

Note tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Sinfonia_n._9_(Beethoven)

Epoca di composizione: 1822-1824
Dedica: Federico Guglielmo III, re di Prussia
Prima esecuzione: Vienna, Teatro di Porta Carinzia, 7 maggio 1824, Direttore: Ignaz Schuppanzigh
Organico: ottavino (solo quarto movimento), 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, controfagotto (solo quarto movimento), 2 corni, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni,timpani, archi, voci

Registrazione effettuata alla Musikhalle di Amburgo nel 1958.

Scarica gratis: Sinfonia n° 9 in Re minore, Op. 125 di Ludwig van Beethoven.