Opera giovanile dell’autore dei Diarii, fu compilata mentre raccoglieva materiale per Le vite dei dogi (Vitae ducum Venetorum), ed è composta da una breve introduzione storico-leggendaria sulle origini della città, da una sua descrizione topografico-geografica e da un elenco delle magistrature veneziane. Fu dedicata, col titolo di De origine situ et magistratibus urbis Venetae, al doge Agostino Barbarico nel 1493, ma la lunga frequentazione della vita politica veneziana, portò Sanuto a rielaborare l’opera più tardi (1515) apportandogli alcune correzioni, evidenziate nelle note di questa edizione.
Il trattato, ripreso e utilizzato da molti autori successivi, non è una guida encomiastica della città, ma un esame della vita cittadina attento alla società, al costume, all’economia e all’imponente macchina amministrativa della Repubblica.
Sinossi a cura di Claudio Paganelli
Dall’incipit del libro:
Marini Sanuti, Leonardi filii, patritii veneti, De origine, sito et magistratibus urbis Venetae opusculum incipit feliciter.
La città de Venetia, in Italia primaria et potentissima, ne la region chiamata Venetia, ne lo intimo seno del mar Adriatico situada, sopra le aque salse have principio ne l’anno de la nostra salute 421, a dì 25 marzo, secondo varie croniche et la vera opinione; et non da pastori come Roma, ma da nobili et potenti, come diremo de sotto. Alcuni vogliono da’ galli cisalpini, altri da’ troiani, i quali furono populi paphlagonij, venuti con Antenor in Italia. Scrive Livio patavino, historico, si chiamavano heneti et havean un castello in Paflagonia, chiamato Cromno, dove habitavano; ma poi veneno con Antenore preditto, et furono più di do millia, secondo l’opinione del Biondo foroliviense, et edificorno la città de Patavia, al presente ditta Padoa, non perhò dove l’è, ma alquanto più vicina ai monti, dove ancora par le vestigie, et fo ne l’anno ab initio mundi 3750; ma, seguendo Supplementum Chronicarum, la città de Padoa fo edificata nel 4058, et avanti l’advenimento de Christo 2141 anno.
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