Siamo a Milano nell’Ottocento. Adriano d’Alife, un rampollo facoltoso, si innamora della seducente Claudia Marcial. Subito dopo il primo incontro amoroso, a causa di un duello in cui uccide il rivale, il giovane viene costretto in esilio all’estero.

Al suo ritorno, scopre che in sua assenza Claudia si è sposata con un uomo mediocre, e prova a riconquistarla, con successo. Il rapporto si sviluppa in un’atmosfera esasperata di piacere e di lussuria (da cui il titolo), fino ad arrivare ad una rottura voluta dal d’Alife, tormentato da una gelosia tutta immaginaria di un futuro tradimento, e spaventato da una pulsione omicida verso l’amante. La conclusione del romanzo sarà tragica, ma inaspettata.

Sinossi a cura di Claudio Paganelli

NOTE: Il testo è presente in formato immagine sul sito “Internet culturale” (link esterno).

Dall’incipit del libro:

Mezzanotte.
L’ampio cortile era immerso in oscurità profonda.
Adriano d’Alife aperse lo sportello e tenendo colla destra la manina inguantata di Claudia Marcial, la precedette guidandola. Ella gli si poggiò al braccio; il suo alito profumato rasentò la tempia del giovane, che si arrestò per cercarle nell’oscurità le labbra a cui impresse un lungo bacio, dalla donna concesso senz’alzare il veletto… Poi procedettero, il d’Alife tranquillo come chi conosce quasi ogni lastra del luogo, Claudia un po’ spaventata della propria audacia, ma felice d’essere allato dell’amante. Arrivati alla scala, Adriano disse:
‒ Ora siam sicuri. Di qui non passiamo che noi.
Claudia Marcial incominciò a salire appoggiandosi al d’Alife, che l’avvertiva del cessar dei gradini. Al secondo piano, il giovane accese rapidamente un cerino, si portò innanzi a un uscio, e aperse, spegnendo lo zolfanello; poi entrò, stette in ascolto, ed uscendo di nuovo, disse a Claudia, che l’attendeva sul pianerottolo:
‒ Entra. Dormono tutti.
Claudia raccolse le vesti per attutirne il fruscio: sempre guidata dalla mano del giovane, attraversò l’anticamera, una sala, e arrivò nella camera da letto d’Adriano.

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