Grazie ai volontari del Progetto Griffo è online (disponibile per il download gratuito) l’ePub: Gli ammutinati del Bounty di Charles Nordhoff e James Norman Hall.
Tratto da una storia vera, questo romanzo scritto nel 1932 dai due autori americani Charles Nordhoff e James Hall, è basato su fatti accertati storicamente, ma si serve dell’espediente di narrare la vicenda in prima persona da parte di un giovane aspirante ufficiale a nome Roger Byam, che riprende le vicende di un vero giovane ufficiale del Bounty a nome Peter Heywood.
La vicenda inizia con i preparativi per una spedizione del Bounty verso Tahiti, con lo scopo di riportare piante dell’albero del pane e sperimentarne quindi la coltivazione nelle Indie Orientali. La nave parte il 15 ottobre 1787, agli ordini del capitano William Bligh, con un equipaggio di 14 ufficiali, due civili (i “giardinieri” incaricati del trasferimento delle piante) e ventinove marinai. Bligh è dipinto come un comandante severo con l’equipaggio, ma estremamente competente come marinaio, in particolare in caso di tempeste. Suo luogotenente è il giovane Fletcher Christian, l’antagonista del comandante, nel libro come nella realtà. Giunti a Tahiti il 26 ottobre del 1788, il comandante consente ad equipaggio ed ufficiali di vivere a terra, limitandone i doveri di bordo. Molti stringono amicizie e amori con gli indigeni; Christian stesso sposa una giovane polinesiana. La nave riparte dopo cinque mesi, e iniziano a bordo malumori per la strettissima disciplina imposta all’equipaggio, cui si aggiungono accuse infondate e riduzione delle razioni fornite all’equipaggio.
La rivolta scoppia nelle prime ore del 28 aprile 1789; Bligh e altri 18 uomini a lui fedeli sono abbandonati su una lancia in mare, e il Bounty, al comando di Christian, si allontana trattenendo a bordo anche alcune persone contrarie alla rivolta: tra di loro c’è il narratore Byam. Bligh e i suoi uomini riescono a raggiungere la colonia olandese di Timor, compiendo una impresa epica, e di lì a ritornare in Inghilterra; il comandante nel marzo 1790 viene processato ed assolto dalle autorità britanniche per la perdita della nave. Una spedizione viene quindi inviata, nel novembre 1790, per cercare di assicurare alla giustizia inglese i ribelli del Bounty, a bordo della nave Pandora.
Nel frattempo i ribelli si sono divisi in due gruppi, uno che si ferma a Tahiti (fra i quali c’è Byam), l’altro che prosegue sul Bounty, al comando di Christian, con a bordo alcuni polinesiani, uomini e donne, in cerca di un’isola su cui stabilire una colonia e far perdere le proprie tracce. Il romanzo segue le vicende di Byam e dei marinai rimasti a Tahiti, che vengono rintracciati nel marzo 1791 dal Pandora; vengono tutti considerati ribelli e fatti prigionieri dal comandante Edwards. Il Pandora affonda nel viaggio di ritorno sulla Barriera Corallina, solo dieci prigionieri si salvano, e vengono portati in Inghilterra, per essere processati per ammutinamento.
Il processo inizia nel settembre 1792; Bligh si è nuovamente imbarcato, lasciando una durissima dichiarazione che accusa Byam di complicità nell’ammutinamento; chi potrebbe scagionare il giovane è morto durante il viaggio, e si prospetta quindi una condanna a morte per lui e per altri quattro marinai, rei confessi. Le dure condanne sono eseguite per tre dei quattro ribelli, mentre il perdono del re evita la forca a Byam e ad un altro marinaio la cui colpevolezza era dubbia. Byam riprende la sua carriera come ufficiale, e il destino lo porta nel 1810 all’isola di Pitcairn, dove con sua enorme sorpresa incontra un gruppo di coloni, tutti giovani, donne e un solo uomo, l’unico sopravvissuto dei ribelli ivi giunti vent’anni prima col Bounty. Cos’era accaduto? La nave era stata affondata, e dopo qualche mese in cui gli ammutinati si erano uniti alle donne polinesiane, dando vita a diversi bambini, erano iniziate lotte interne fra i ribelli e i polinesiani, che si erano concluse con la morte di tutti gli uomini tranne due. La colonia, così pacificata, si era sviluppata secondo i dettami della Bibbia, tanto che l’unico sopravvissuto, Smith, venne perdonato dalla Corona inglese. Se l’incontro fra Byam e Smith è un episodio di fantasia, i discendenti dei ribelli del Bounty furono effettivamente ritrovati da una nave americana intorno al 1810, e il racconto di Smith è effettivamente come riportato nel libro.
Le vicende, da una parte di Bligh e dall’altra di Christian, sono narrate per sommi capi nel romanzo, ma i due autori dedicarono un volume a ciascuno dei due gruppi di protagonisti, che costituiscono con questo libro la cosiddetta Trilogia del Bounty. In Italiano questi due volumi non sono mai stati tradotti, mentre diverse traduzioni sono state realizzate solo di questo romanzo.
Molto popolare divenne la vicenda del Bounty sul grande schermo, a cominciare da un film muto del 1916, poi andato perduto. Nei film seguenti, la parte di Fletcher Christian fu di volta in volta assegnata a celebri giovani attori, che lo trasformarono in un eroe simbolo della libertà dalla tirannia. Così nel film del 1933 In the Wake of the Bounty Christian è interpretato da Erroll Flynn; mentre in Mutiny on the Bounty (1935) la parte di Christian è di Clark Gable. Sempre Mutiny on the Bounty si intitolava un film del 1962, in cui Marlon Brando interpretò Christian; mentre in The Bounty del 1984 la parte andò a Mel Gibson.
Sempre basandosi su questo libro, David Essex nel 1985 scrisse un musical intitolato Mutiny! e ne interpretò la parte di Christian durante ben 16 mesi di rappresentazioni a Londra.
Sinossi a cura di Gabriella Dodero
Dall’incipit del libro:
Dei settantatrè anni della mia vita, ne ho passati quaranta in mare: e oramai, posso dire che vivo di ricordi.
La mia stanza da lavoro, con le finestre che guardano sul canale di Bristol e sulle lontane coste verdeggianti del Galles, è il punto di partenza per i viaggi a ritroso del tempo, che sempre più spesso compio col pensiero; e in essi m’è di valido aiuto il diario che ho sempre tenuto, fin dal giorno lontano in cui, nel 1787, m’imbarcai come allievo ufficiale sopra un vascello di Sua Maestà.
Più quei giorni s’allontanano, più spesso io torno col pensiero a uno fra i tanti avvenimenti di cui è ricca la mia lunga vita di marinaio, e che per anni e anni ho cercato di dimenticare. Per quanto privo d’ogni importanza storica, quell’episodio fu tuttavia il più strano, il più pittoresco, il più tragico della mia carriera. Si tratta dell’ammutinamento a bordo del Bounty, dei lunghi anni passati a Tahiti, e del mio ritorno in patria, con le catene ai polsi, per essere giudicato da una Corte Marziale, che mi condannò a morte.
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