Grazie ai volontari del Progetto Griffo è online (disponibile per il download gratuito) l’ePub: Venti anni dopo di Alexandre Dumas.

Vingt Ans Après fu pubblicato a puntate su “Le Siècle” dal 21 gennaio al 2 agosto 1845 e in 10 volumi a Parigi nello stesso anno; è il romanzo centrale della trilogia del moschettieri, seguendo, appunto, I tre moschettieri e precedendo Il Visconte di Bragelonne. Probabilmente uno dei migliori romanzi d’appendice della storia, caratterizzato da uno stile vivace e brioso tipico del miglior Dumas; sembra precorrere i tempi, amalgamando alla perfezione gli elementi tipici che ancora oggi troviamo negli hollywoodiani film d’azione come pure nei migliori sceneggiati televisivi.

Questo ciclo di romanzi attinge a fonti bibliografiche erudite – Dumas aveva dato alle stampe poco dopo la pubblicazione di I tre moschettieri, un lavoro di divulgazione storica documentatissimo intitolato Louis XIV et son siècle – oltre, naturalmente, alle apocrife Mémoires di D’Artagnan e Mémoires del conte di Rochefort scritte da Courtilz de Sandras.

Lo scenario storico nel quale si colloca il romanzo è totalmente cambiato rispetto all’ambientazione de I tre Moschettieri. È morto il cardinale Richelieu ed anche Luigi XIII. Al centro della scena politica troviamo invece il cardinale Mazarino il quale tra il 1648 e il 1649 – anni nei quali si svolge la vicenda – è costretto ad affrontare la cosiddetta Fronda parlamentare, avviata dalla nobiltà facendo leva sull’impopolarità del Mazarino, acuita dall’imposizione fiscale e dalla crisi economica e mirante a sfaldare il rafforzamento del potere centrale per ristabilire vecchi privilegi. La parte iniziale del romanzo sembra raffigurare Mazarino attraverso immagini acriticamente convenzionali, cosa che rinfocolò le riserve della critica già manifestate in occasione della stampa de I tre moschettieri (dovute anche e soprattutto all’assoggettarsi alle esigenze narrative della aderenza ai fatti storici che vengono temporalmente spostati e talvolta fusi insieme); riserve alle quali ha sempre fatto da contr’altare lo strepitoso successo tra il pubblico dei lettori. C’è poi da sottolineare che nel procedere della narrazione la figura di Mazarino assume i caratteri di complessità storica che lo hanno realmente caratterizzato.

Come si evince dal titolo è trascorso un ventennio dalle temerarie e mirabolanti avventure dei quattro amici: solo un quarantenne D’Artagnan, ora col grado di luogotenente ma insoddisfatto dei riconoscimenti ottenuti, seguita a prestare servizio agli ordini della corona. Athos è rientrato alle sue terre col nome di conte de la Fère e qui accoglie Raoul, visconte di Bragelonne, nato da una sua relazione con la signora di Chevreuse. Porthos, col nome di signore di Bracieux, è diventato un ricco proprietario terriero, mentre Aramis avendo scelto la carriera clericale ha ripreso il nome di abate d’Herblay, ma è segretamente legato al partito della Fronda. I quattro tuttavia si ritrovano, a causa dell’insurrezione di Cromwell contro Carlo I, anche se sotto differenti bandiere. D’Artagnan e Porthos sono in Inghilterra per consegnare una lettera di Mazarino a Cromwell, mentre Athos e Aramis per cercare di salvare la testa del sovrano in nome di Enrichetta. I quattro sono però contrastati ferocemente da Mordaunt che altri non è che il figlio della Milady de Winter del romanzo precedente. Riusciti comunque a rientrare in Francia nonostante il fallimento delle loro missioni riescono ad agire in maniera da mettere fine alla Fronda costringendo Mazarino alla firma di un trattato.

Alla frizzante e spregiudicata azione del romanzo precedente si contrappone invece in questo Vingt Ans Après, diffusa in moltissime pagine, una vena di malinconica nostalgia che sfocia talvolta in vero e proprio rimpianto. Il genere “feuilleton”, con i suoi stereotipi e le sue regole, non ingabbia tuttavia la scrittura di quest’opera che ricorre certamente al colpo di scena e al dialogo serrato, ma senza trascurare però di delineare un plausibile profilo psicologico – anche se talvolta un po’ superficiale e schematico – dei personaggi. In maniera quanto mai precisa Dumas fa incarnare ai quattro suoi moschettieri le forze sociali che tra non molto diverranno quelle decisive nella dinamica del cambiamento sociale che all’epoca dei fatti narrati è solo in embrione. Athos interpreta l’antica nobiltà, Aramis il clero, Porthos la nobiltà recente e D’Artagnan la borghesia emergente. Jean Thibaudeau, che ha scritto un bel saggio sul ciclo dei moschettieri, sostiene che il romanzo storico – inventato da Scott e affinato appunto da Dumas – è solo uno dei mezzi con i quali la letteratura del XIX secolo lavora per la controrivoluzione. Aggiungerei però che le pagine e gli atteggiamenti filo-monarchici dei protagonisti non disturbano l’andamento del racconto perché possono essere letti, secondo me correttamente, come coerenti con il carattere e la personalità dei protagonisti.

Il successo del romanzo al suo apparire stimolò le traduzioni in varie lingue quasi immediatamente. Quella che presentiamo in questo e-book è una traduzione anonima del 1848, senza indicazioni di casa editrice. Nonostante sia riportata la dicitura “prima versione italiana”, mi pare di poter dire che la prima traduzione italiana ad essere pubblicata risalga invece all’anno precedente, 1847, a cura dell’editore Nanni di Livorno – e fregiantesi anch’essa della dicitura “Prima versione italiana” – mentre, sempre edita nel 1848 abbiamo la versione di Francesco Gandini edita a Milano da Borroni e Scotti e anche questa è “prima versione italiana”. Nonostante il linguaggio ottocentesco la traduzione di questo e-book è fedele e integrale con 93 capitoli e la conclusione. Molte traduzioni italiane attuali si rifanno alle edizioni francesi che, a partire dal 1895, per ragioni che ignoro, tagliarono il capitolo XXIX, Le bonhomme Broussel, sfasando quindi la numerazione dei capitoli successivi che si riducono a 92 più la conclusione.

Come nel 1921 aveva girato il film muto I tre Moschettieri, Henri Diamant-Berger girò il sequel l’anno successivo, il 1922, con lo stesso titolo del romanzo, sostituendo gli interpreti dei due protagonisti – D’Artagnan e Anna D’Austria – mentre quelli di Athos, Porthos e Aramis restano gli stessi del film precedente.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

NOTA: Realizzato in collaborazione con il Project Gutenberg (https://www.gutenberg.org/) tramite Distributed Proofreaders (https://www.pgdp.net/).

Dall’incipit del libro:

"Venti anni dopo" di Alexandre DumasIn una stanza del così detto palazzo Cardinal, a noi già noto, accanto a un tavolino intarsiato su gli angoli d’argento dorato ed ingombro di fogli e libri, sedeva un uomo, posatasi su le due mani la testa.
E dietro ad esso era un largo caminetto, ben acceso e rosso, dove i tizzi infiammati si consumavano sopra alari indorati. La luce di quel fuoco rischiarava a tergo il magnifico vestimento di quel cogitabondo, a cui dava lume davanti un candelabro carico di ceri.
Al mirar l’abito superbo, i merletti sfarzosi, la fronte scolorita incurvata a tanta meditazione, e la solitudine del gabinetto; all’udire il silenzio che regnava nelle anticamere, ed i passi misurati delle guardie sul pianerottolo, avresti creduto esser l’ombra di Richelieu tuttora nella sua camera.
Ahimè! di fatti, era l’ombra, e non altro, del grand’uomo. La Francia indebolita, l’autorità del re disconosciuta, i grandi infiacchitisi di bel nuovo e turbolenti, il nemico ritornato in qua dalle frontiere, tutto attestava non esser più colà Richelieu.
Ma ciò che meglio di tutto questo dava prova come non si trattasse più del vecchio ministro, egli era quello isolamento, il quale sembrava, siccome dicemmo, più proprio di una larva che di un vivo, e le gallerie vuote di cortigiani, ed i cortili pieni di guardie; e il sentimento di scherno che ascendeva dalla contrada e penetrava tra i vetri della camera sconquassata mediante il soffio di un’intera città postasi in lega contro al ministro.

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