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Il settimo tomo della Storia degli italiani di Cantù tratta del periodo successivo alla caduta degli Hohenstaufen in Italia a partire dalla metà del XIII secolo. Nascono le repubbliche marinare, prima fra tutte Venezia.
Un’ampia pagina è dedicata ai letterati italiani e ai primordi della poesia fino a Dante. Altre narrazioni sono dedicate ai Vespri siciliani, alla calata di Enrico VII, alla famiglia Visconti. Cantù dedica pagine anche alle compagnie di ventura, alla grande peste del Trecento ed alla cattività avignonese.
Dall’incipit del libro:
Abbiamo dunque veduta l’Italia andare spartita a misura delle labarde vincitrici, fra’ capi de’ varj eserciti longobardi, franchi, tedeschi, normanni, in quella feudalità che all’accentramento soverchio delle società antiche surrogava un soverchio sminuzzamento, sicchè, mancata ogni idea di nazione o di Stato, quella soltanto sopraviveva d’un signore e d’una terra. A fianco di questa società, tutta di nobili possessori, viene alzandosene un’altra cittadina, di artigiani, di liberi uomini, di studiosi, e progredisce tanto da costituirsi in un Comune, che o si associa con quello dei nobili, o gli fa contrappeso. Ne rimaneva ancora escluso il basso popolo, e questo pure cominciò a sentire di sè; e quantunque non avesse importanza propria, l’acquistava coll’accostarsi ai nobili od ai Comuni, e così darvi prevalenza.
Di unità, di patria estesa non s’aveva concetto, e dire Italiani era poco diverso dal dire oggi Europei, non avendo nè origine nè ordinamenti comuni: le loro guerre erano funeste, non fratricide più che quelle del Francese contro il Tedesco: la libertà rimaneva un privilegio, giacchè se la città era de’ cittadini, l’Italia era dello straniero, e si direbbe che i nostri preferissero essere liberi con apparenze di servitù, che liberi di nome e servi di fatto.
Scarica gratis: Storia degli italiani. Tomo VI di Cesare Cantù.