Una briosa, a tratti comica e grottesca narrazione delle vicende del giovane Cesare, esageratamente sovrastimato, viziato e coccolato dalla sua modesta famiglia. Trasferitosi a Torino, tenta e fallisce la carriera di bancario, illuso di essere poeta viene presto pateticamente disilluso. Cesare si lascia abbacinare dai frivoli salotti borghesi e, in particolare, da una dama che cerca compagnia e piacere.

Per condurre questa vita al di là delle proprie possibilità, Il giovane diviene vittima degli usurai. Nella vicenda emergono tuttavia alcuni personaggi positivi (la moglie di Cesare, i genitori, il datore di lavoro del padre), i quali contribuiscono a dare una svolta alle sorti dello scapestrato protagonista.

Bersezio, in linea con tante sue opere, propone un’opera didascalica in cui descrive i conflittuali rapporti e i contrasti tra le varie classi sociali, le ambizioni del ceto popolare, le umiliazioni che ne conseguono, ma anche le possibilità di riscatto.

Sinossi a cura di Dario Cossi

NOTA: Il testo è presente in formato immagine sul sito Internet Archive (https://archive.org/).

Dall’incipit del libro:

Uscite dal villaggio e pigliate a mano destra. Non sentite il rumor del fiume che sussurra la eterna, monotona e pur non dispiacevole lamentazione delle sue onde che scorrono? Quel rumore vi sarà di guida. Ecco le rive ombreggiate da salici, ontani ed alti pioppi leggiadramente superbi. Gli è colà. Sulla sponda s’innalza la casa alta di più piani, bianca, colle gelosie verdi alle tante finestre che in righe serrate si schierano nelle sue pareti. L’aspetto medesimo di questa casa, il rumore di telai che sono in moto dalla mattina alla sera, il suono di canti donneschi che accompagnano quel rumore, vi avvertono che là dentro vi è una manifattura; un’insegna appiccata sulla gran porta d’ingresso vi dice, a lettere cubitali bianche su fondo nero, che quella è la fabbrica di tessuti di cotone dei signori Broeck Vannetti e compagnia.
Dall’uno dei lati della casa, come un’appendice, si stende lungo la sponda medesima del fiume un muricciuolo senza arricciatura che chiude un orto il quale arieggia ad essere un giardino. Al di sopra delle lattughe, dei cipollini e delle barbabietole, sfoggiano i loro fiori eleganti la rosa, la peonia, la dalia, e sorge, petulante plebeo, frammischiato a quell’aristocrazia botanica, il volgare girasole.
In mezzo a quei fiori, chi guardasse traverso la cancellata di legno verniciato di color grigio che chiude l’entrata del cancello, vedrebbe parecchie volte del giorno passare ed aggirarsi, lesti e vivaci due cappelli da ragazza di paglia, ornati di nastri color di rosa, e sotto le tese di essi due visini freschi ed allegri, colorati dalla salute ed animati dalla gioventù: i volti cari e leggiadri delle damigelle Fulvia e Luigia Debaldi.

Scarica gratis: Il beniamino della famiglia di Vittorio Bersezio.