Delle sette novelle di ambientazione friulana di Otto von Leitgeb, quattro furono tradotte da un insegnante di lingua italiana nelle scuole tedesche, il trentino Luigi Girardelli e pubblicate a Milano nel 1914. Dello stesso Girardelli è l’interessante prefazione che delinea un quadro d’insieme delle qualità della narrativa del Leitgeb ragguagliando il lettore anche su autorevoli pareri critici relativi a queste novelle.
Apre la raccolta Il nume abbandonato. Don Matteo si trova a doversi destreggiare tra la tradizione religiosa pagana e la propria integrità cattolica, indirizzato dal suo superiore al miglior modo per riassorbire nella tradizione cristiana gli elementi di una superstizione più antica. Sullo sfondo di una Aquileia flagellata dalla malaria, il personaggio di don Matteo assume una posizione di intransigenza religiosa ma anche profondamente umana e la tensione narrativa è rafforzata dal mantenere sullo stesso binario il progredire della malattia del protagonista con una lotta impari e perdente nei confronti del dio pagano.
Da segnalare che sul soggetto di questa novella il musicista e compositore triestino Giulio Viozzi scrisse musica e libretto per l’opera Il sasso pagano – probabilmente indotto a questo lavoro dalla moglie Beatrice, friulana, che curò anche i testi poetici friulani – che fu rappresentata a Trieste la prima volta il 10 marzo 1962. L’opera rappresenta nel migliore dei modi il tentativo di don Matteo di estirpare dalle abitudini dei suoi parrocchiani l’antica pratica pagana di devozione a un’antica statua. La tensione narrativa dell’opera è pari a quella della novella. Può essere ascoltata su Youtube a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=MN8sdo_fYmY&t=31s
Il voto segue in parallelo la vicenda di diversi parrocchiani i quali, dopo una primavera rigogliosa che sembrava promettere un raccolto eccezionale, si trovano ad affrontare un’estate straordinariamente siccitosa che minaccia, se la pioggia non fosse intervenuta a tempo, di essere devastante per le prospettive agricole. Dopo aver raccontato diversi episodi di agricoltori ricchi e contadini molto più miseri, assistiamo al voto corale degli abitanti di Aquileia finalizzato a scongiurare gli effetti di quella terribile siccità. Ma la pioggia sopraggiunta sembra lavare via, oltre alle rovinose prospettive, anche la memoria delle promesse fatte.
Vecchio conto e Il povero signor Moretti affrontano aspetti socialmente opposti della vita friulana: nel primo veniamo a contatto con l’ambiente sordido del vizio e della violenza della povera gente che ai propri guai vede aggiungersi la volontà sopraffattrice di squallidi approfittatori. Il signor Moretti è invece un integerrimo podestà che vorrebbe sfuggire agli intrallazzi dei “favori” con i quali il potere tradizionalmente tiene pieno il serbatoio del consenso. In ogni caso sembra che l’autore voglia sottolineare come la natura umana porti inevitabilmente con sé fallacia quando non addirittura fallimento e rovina. La traduzione, nonostante vecchia di un secolo, è di grande efficacia mantenendo intatta la notevole perfezione stilistica e l’efficace tenuta della struttura narrativa.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit della prima novella Il nume abbandonato:
Là giù sul lembo della riviera, che insieme al fiume segna il confine ad angolo acuto, l’acqua scorre tristemente alla spiaggia, tristemente mormorando tra le folte canne. Un largo canale s’estende lungo la costa fra la terraferma e le isolette melmose della laguna. È uno dei più antichi nella provincia: uno di quelli che furono aperti dagl’imperatori romani. Ma non lo pratica quasi nessuno né mai vide traffico di sorta. Lo percorrono unicamente barchette solitarie di poveri pescatori. Mesi e mesi resta del tutto abbandonato. – Gli è strano a pensare che questo abbia ad essere un pezzo di mare! Simile acqua stagnante, scarsa e limacciosa! Inoltre passando per quel canale non s’ha alcun sentore del grande mare salubre e giocondo, perocché a destra e a sinistra s’è fiancheggiati solamente da cannucce, dinanzi alle quali l’occhio, non potendo spaziare al di là, diventa stanco e sonnolento. Stanco e sonnolento anche a motivo dell’aria che v’incombe sopra come esalazione febbrile, mentre il mare non vi manda un alito delle sue balsamiche onde.
Scarica gratis: Novelle friulane di Otto von Leitgeb.