L’opuscolo L’amore omosessuale raduna gli articoli pubblicati nei primi quattro anni di vita della rivista «Rassegna di studi sessuali» che Mieli fondò nel 1921 e diresse fino al 1928. L’impegno del Mieli nell’ambito della liberazione sessuale fu pari a quello che profuse nel vasto campo di studi di storia della scienza. La rivista era infatti il bollettino della Società Italiana per lo Studio delle Questioni Sessuali. Al momento della formalizzazione societaria Mieli ne divenne segretario, e il presidente fu il fisiologo Silvestro Baglioni. Prima di diventare promotore della costituzione di questa società di studi, il Mieli compì un viaggio in Germania dove la situazione del movimento di liberazione omosessuale era molto meno “clandestina” che in Italia.
Durante questo viaggio potè partecipare al congresso organizzato da Magnus Hirschfeld presidente del Institut für Sexualwissenschaft. Hirschfeld era particolarmente interessato allo studio delle forme sessuali intermedie. Gli omosessuali tedeschi erano organizzati in circoli, detti “Freunde” che facevano poi riferimento al Deutscher Freundschaftbund (Lega tedesca degli amici). In un numero della «Rassegna» Mieli descrisse accuratamente l’organizzazione dell’Istituto di Hirschfeld. E certamente tenne conto di questa struttura per avviare la Società Italiana per lo Studio delle Questioni Sessuali e consolidarne l’esperienza. La Società era un ente di studio e divulgazione e la rivista ospitava articoli di giuristi, medici ed altri studiosi.
L’opuscolo contiene sette articoli sul tema dell’omosessualità che spaziano da questioni storiche, – prendendo in esame la letteratura greca e le esperienze di omosessualità nel rinascimento – a esperienze locali – l’omosessualità nel Corano, che non condanna l’uranismo ma si limita a regolarne l’abuso in determinati periodi, e l’esperienza tedesca – oltre ad altre questioni specifiche. Gli articoli sono a firma di Aldo Mieli, Giovanni Semprini, Numa Praetorius (che era pseudonimo del franco-tedesco Eugène Wilhelm, giurista e sessuologo), Ernani Mandolini – che si trovò esule con lo stesso Mieli in Argentina –, e Proteus, che era invece pseudonimo dello stesso Aldo Mieli, secondo altri era invece pseudonimo dell’endocrinologo Nicola Pende. Giovanni Dell’Orto argomenta validamente invece che Proteus fosse uno pseudonimo collettivo dietro il quale si celavano Mieli, Pende e forse alternativamente anche altri. Gli articoli a firma Proteus che trattano del tema della persecuzione ed emarginazione sociale degli omosessuali – oggi si definirebbe “omofobia” – sono radunati in un altro opuscolo dal titolo Moralità e sessualità edito sempre da “Tinto” nel 1928.
Sull’argomento rimando all’interessante tesi di laurea di Lorenzo Masi, relatore prof. Claudio Pogliano “Rassegna di studi sessuali (1921-1932): anatomia di un periodico”, corso di laurea magistrale in Filosofia e forme del sapere dell’Università di Pisa.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Hans Licht, benemerito degli studi sulla letteratura erotica antica, ha pubblicato (nel 1921) due interessanti volumi dedicati a Luciano ed agli scritti che vanno sotto il nome di Luciano. Uno dei volumi è completamente dedicato al dialogo Erotes, che si occupa direttamente del problema dell’omoerotica greca, in quanto ci rappresenta un duello oratorio fra Claricle e Callicratida, il primo dei quali coltivava e difendeva l’amore per la donna, il secondo invece quello per gli éfebi; l’altro esamina e riporta tutti i passi omoerotici delle altre opere di Luciano.
«Che l’amore per il giovinetto» scrive l’autore «formi una parte integrante della letteratura greca, che il παίδων ἔρως sia uno dei motivi principali delle opere letterarie greche, l’ho già dimostrato nei miei studi sulla lirica greca, sull’Anthologia, sulla commedia e la tragedia, nelle poesie omeriche e su Filostrato. A questi lavori si collegano le presenti ricerche su Luciano.
Chiunque conosca anche superficialmente gli scritti di Luciano, sa che in essi l’amore per gli efebi ha una certa importanza; ma io stesso, preparando questo lavoro, rimasi meravigliato, per la parte notevole che nelle opere di questo scrittore greco assume il παίδων ἔρως. È ben naturale che, data l’importanza che nella vita dei greci aveva l’amore del giovinetto, questo sentimento si trovasse espresso anche nella letteratura. Ma più ancora (e questo è quello che bisogna notare fortemente perchè volentieri viene negato o per ignoranza o per cattiveria) bisogna affermare recisamente che esso occupa il posto centrale e più importante nell’intiera letteratura». A nessuno sfuggirà il valore di questo studio, specialmente quando è stato fatto con la coscienziosità, e direi quasi meticolosità del Dicht, ciò che garentisce la perfetta sicurezza di tutte le affermazioni contenute e la loro corrispondenza al fatto storico.
Scarica gratis: L’amore omosessuale di Aldo Mieli.