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È il resoconto di un originale e insolito tour di formazione scientifica attraverso l’Italia settentrionale, la Svizzera, la Germania, la Francia e l’Inghilterra, che un venticinquenne studioso di geologia e mineralogia (ma anche medico, botanico e agronomo), organizzò e svolse a proprie spese tra il 1775 e il 1777 nella vana lusinga di conquistare una cattedra universitaria. Tra incontri con i maggiori naturalisti del tempo, visite a una miriade di collezioni e di musei grandi e piccoli, dibattiti sugli argomenti geologici del momento, esperimenti chimico-fisici, analisi sui sistemi di coltivazione e sfruttamento agricolo, ed esplorazioni nei cunicoli di cave e miniere di ogni genere, trascorrono le accurate descrizioni di un uomo di scienza pronto a cogliere gli aspetti di pubblica utilità nello sfruttamento delle risorse della natura, secondo il migliore spirito dell’età dei lumi. Un’opera di grande importanza per la storia delle esplorazioni e delle tecniche minerarie.
Sinossi a cura di Giovanni Mennella
Dall’incipit del libro:
Agord 18. Luglio 1775.
Arrivato da più giorni in questa Terra situata circa al Nord-Ouest-Ouest di Belluno nel suo Territorio, tutta attorniata da più montagne, le quali variamente s’attraversano, parmi, che non vi potrà dispiacere, che io vi dia intanto qualche notizia dei fenomeni offerti dalla località della Valle Imperina, nella quale sono situati da qualche secolo i maggiori lavori minerali di questo Territorio. Essa è due miglia lontana da questa Terra sul cammino stesso, che si fa venendo da Belluno, e non è, che un seno fra due montagne, che scorre all’incirca da Nord-Ouest relativamente al fiume Cordevole. L’uso, che di questa Valle ne fa la natura, si è di farvi scorrere le acque, che derivano dai luoghi superiori, e che confluiscono nel sito detto le Fucine, nel Cordevole; fiume principale fra queste montagne, che prosegue però non molto tortuoso per unirsi poi colla Piave poco dopo Mean, dove questo Territorio confina col Trivigiano. Questa Valle dunque, poichè così la chiamano, non eccede di molto la lunghezza d’un miglio, ed è di una pendenza irregolare, e non di rado precipitosa. Viene essa limitata nel lato di Ponente circa, da un’alta montagna calcaria, che resta tagliata quasi perpendicolarmente sopra la Valle medesima, e che dicono l’Erta, formata in molti luoghi a strati apparenti della detta pietra calcaria, e bianca; e limita la Valle medesima nel lato opposto un’altra montagna più bassa, che dal Villaggio, che vi è sopra collocato, porta il nome di Riva. Questa è formata di scisto, misto di quarzo, quasi vi si fosse insinuato tra le fenditure.
Scarica gratis: Lettere odeporiche di Angelo Gualandris.